Una pianta di ulivo, simbolo dell’Ebraismo, è stata piantata oggi nel Giardino dell’Arca, all’interno del parco del Diamante adiacente a villa Ottavi (via Gorizia). Il Giardino – dedicato alla memoria dell’ecologista ed europarlamentare Alexander Langer, che ha fatto del dialogo e della pacifica convivenza fra i popoli oltre che del confronto interreligioso ragioni fondamentali del suo impegno politico e sociale – ospita simboli arborei delle religioni del mondo e, da oggi, si arricchisce appunto di una nuova testimonianza.
La cerimonia al Giardino dell’Arca è stata preceduta da un seminario sull’Ebraismo a villa Ottavi, presieduto dal consigliere comunale Mario Monducci, a cui hanno anche partecipato l’assessore all’Ambiente Pinuccia Montanari e il presidente della terza Circoscrizione William Orlandini.
Il rabbino capo della comunità di Ferrara, Luciano Caro, ha illustrato il legame dell’Ebraismo non tanto con luoghi di culto, ma con il tempo come divenire e realizzazione della creazione, della fede e della possibilità di conversione della vita di ciascuno. Fabio Levi, storico, docente all’Università di Torino, parlando di ‘Alexander Langer, figlio di padre ebreo’, ha ricordato come in Langer fosse forte la “religione della famiglia”, che traeva linfa dalla coesistenza della fede cristiana della madre e della fede ebraica del padre. Langer aveva quindi respirato fin dalla più tenera età una quasi innata vocazione al dialogo e al confronto interreligioso e fra diversità, nell’ambito di una unità profonda di cultura e di affetti, quale la famiglia.
All’incontro ha partecipato, con un intervento di saluto, anche la presidente della comunità ebraica di Modena e Reggio, Sandra Eckert.
Dopo un momento di musica Yddish con Piero Nissim, la messa a dimora dell’ulivo.
Alexander Langer, prematuramente scomparso nel 1995, nacque a Sterzing-Vipiteno (Alto Adige-Südtirol). Giornalista, traduttore e insegnante, fin da giovanissimo collaborò a varie riviste e partecipò attivamente ad associazioni e iniziative civiche. Da sempre in prima linea per la convivenza interetnica e l’autonomismo democratico in Alto Adige, venne eletto nei consigli provinciale e regionale del Trentino-Alto Adige, e, successivamente, nella ‘Lista verde alternativa per un altro Sudtirolo’ (Grüne alternative Liste fürs andere Südtirol). Fu tra i promotori, negli anni ‘80, del movimento politico dei Verdi in Italia e in Europa come forza innovativa e trasversale e partecipò ad un intenso dialogo di ricerca con la cultura della sinistra, dell’area radicale, dell’impegno cristiano e religioso, delle nuove spiritualità, di aree non conformiste ed originali.
Deputato al Parlamento europeo dall’89, rieletto nel ‘94, fu il primo presidente del neo costituito Gruppo Verde europeo e lo contraddistinse l’impegno, soprattutto nella politica estera e di pace, a favore di una migliore relazione tra nord-sud ed est-ovest. Attraverso numerosi viaggi e missioni ufficiali in Israele, Russia, Brasile, Argentina, Libia, Egitto, Cipro e Malta, sostenne le forze di conciliazione interetnica, in particolare nel conflitto in ex Jugoslavia. Al censimento dell’81 e ‘91 Alexander Langer, che si era sempre dichiarato di madre lingua tedesca, rifiutò di aderire alla schedatura nominativa che rafforzava la politica di divisione etnica e, con questo pretesto, nel maggio del ‘95 venne escluso dalla candidatura a sindaco di Bolzano, la sua città. Morì il 3 luglio dello stesso anno, a 49 anni di età.