“E’ stato uno dei più importanti consigli comunali della nostra legislatura, per la valenza degli accordi siglati con tre rilevanti aziende che sottendono una diversa idea di sviluppo economico – produttivo ma anche urbanistico del nostro Comune”.
Questo il primo commento del sindaco Andrea Rossi, all’indomani della seduta consiliare che ha visto la ratifica degli accordi di programma con Sacmi, Atlas Concorde e Acciaierie dei Rubiera, che fanno seguito a varianti già approvate a conclusione di un percorso avviato all’inizio del 2005.
Sacmi.
L’accordo quadro prevede da parte dell’azienda il completamento della viabilità del villaggio artigianale Macina, delle relative rotatorie e della dotazione di parcheggi. Grazie a questi interventi Sacmi potrà concentrare la produzione a Casalgrande, recuperando nel contempo l’area dell’ex ceramica Continental a sud di Salvaterra, Un secondo intervento sarà effettuato inoltre a Casalgrande, nella zona già occupata dall’azienda a ridosso della ex Strada Statale, con la cessione del fabbricato che ospitava gli uffici e che sarà destinato a sede della nuova caserma dei carabinieri. E’ prevista anche la riqualificazione complessiva dell’intera area.
Atlas Concorde.
Si dà corso agli impegni già assunti relativamente alla delocalizzazione della ceramica Supergres. Inizierà quindi la progressiva dismissione della produzione e dello smaltimento del materiale stoccato. L’intera zona sarà qualificata con la cessione all’amministrazione comunale di aree che saranno destinate a verde e infrastrutture, quali le rotatorie a servizio del futuro sottopasso di via Moro.
Acciaierie di Rubiera.
E’ stato approvato il progetto di sviluppo aziendale, soprattutto per quanto riguarda l’area di stoccaggio del prodotto finito. L’accordo prevede anche la riqualificazione, a cura dell’azienda stessa, di un’area spondale del Fiume Secchia con il recupero di una cava dimessa.
“Questi accordi, aggiunge il sindaco Rossi, evidenziano come si siano manifestati nuovi processi di crescita nel distretto ceramico, che hanno dato vita a nuovi poli produttivi, entro i quali le sinergie sono fortemente stimolate. E’ oggi proprio questo uno dei motivi che spinge la proprietà e la collettività a incentivare il processo di delocalizzazione delle ceramiche dall’interferenza paesaggistico – spaziale per dare completezza a poli produttivi concentrati, attrezzati e più gestibili dal punto di vista funzionale e organizzativo. In altre parole quando gli interessi del privato coincidono con quelli del pubblico, derivano vantaggi per l’intera collettività”.