Aiutare chi sta scontando una pena a liberarsi dalla dipendenza da alcol. Con questo obiettivo è stato avviato lo scorso 17 gennaio presso la Casa di Lavoro di Saliceta S. Giuliano a Modena (una delle quattro esistenti in Italia) un progetto di prevenzione e di cura diretto agli “internati” con problematiche legate all’abuso di alcol (attualmente otto persone su un totale di circa trenta).
Il progetto nasce dalla collaborazione tra il Settore Dipendenze patologiche del Dipartimento di salute Mentale dell’Azienda USL di Modena e la Direzione dell’istituto penitenziario. E’ la prima volta in Italia che un programma per alcoldipendenti viene attuato in una struttura detentiva.
Intensità e brevità sono le caratteristiche distintive del percorso terapeutico, che segue il programma per alcoldipendenti già sperimentato nel Centro Diurno per le Dipendenze Patologiche “Colombarone” di Magreta di Formigine. La metodologia è stata adattata alle esigenze della realtà della Casa di Lavoro. Il corso dura complessivamente un mese: tre incontri settimanali, dalle 8 alle 14, con il coinvolgimento di volontari ed operatori esterni che intervengono con azioni di supporto.
L’obiettivo finale è quello di fornire concrete possibilità di reinserimento sociale agli internati, liberati dai meccanismi della dipendenza da alcol e droghe.
Le tappe del percorso terapeutico, basato su una psicoterapia cognitivo-comportamentale, sono principalmente tre: portare la persona a conquistare l’astinenza dal consumo di alcol, fornirgli gli strumenti per fronteggiare le situazioni critiche legate a questo problema e creare od incrementare una rete relazionale in grado di supportarlo nel momento del rilascio dall’istituto.
Una parte predominante del programma è rappresentato dalle attività di gruppo, educative, ricreative e psicoterapeutiche, integrate da interventi medico-sanitari.
L’adattamento del programma alla realtà della Casa di Lavoro ha reso necessaria un’importante azione di raccordo tra gli operatori interni, i volontari e gli operatori esterni. In questo senso è risultato fondamentale il lavoro svolto dalla Polizia Penitenziaria, che ha reso possibili gli incontri di preparazione necessari a coinvolgere e a far collaborare tra loro le varie figure coinvolte nel progetto.
Il progetto è nato in seguito ai buoni risultati ottenuti dal Centro Diurno Colombarone, all’interno del quale è stato messo a punto il programma di cura e di prevenzione delle ricadute per alcolisti. Il Centro in questi ultimi anni ha seguito, con percorsi differenziati ed articolati, circa 200 persone e le loro famiglie e continua a svolgere un’intensa attività terapeutica e riabilitativa, rivolta a persone con dipendenze patologiche. Due i moduli attualmente attivi: uno rivolto a pazienti tossicodipendenti e l’altro a pazienti dipendenti da alcool. E’, inoltre, in corso di studio un nuovo programma per pazienti dipendenti da cocaina che sarà attivato nel corso del 2006.
Questa innovativa esperienza costituisce una scommessa educativa importante che si spera possa essere estesa ad altre realtà penitenziarie nazionali.