E’ nata “Maranello Patrimonio”, la società del Comune di Maranello per la
gestione di reti, impianti, servizi del territorio e beni patrimoniali. Il
consiglio comunale ha infatti approvato nell’ultima seduta il cosiddetto
business plan della società patrimoniale, con un primo conferimento di beni
dal Comune alla società stessa e l’individuazione del capitale sociale.
Favorevoli i gruppi di maggioranza, contrarie le minoranze, astenuti i
consiglieri Bergonzoni, Barbolini e Bagattoni.
La società patrimoniale, di cui il Comune di Maranello è socio unico, trae
origine dalla cosiddetta “Legge Galli” in materia di risorse idriche che
prevede la necessità della separazione fra gestori e proprietari delle
reti, ma potrà gestire anche tutti quei servizi che attualmente sono
appaltati all’esterno, e diventare lo strumento operativo del comune per la
realizzazione di opere pubbliche e la loro gestione. In un momento in cui
sempre più i servizi pubblici locali (gas, rete idrica, manutenzione delle
strade e altri) sono gestiti esternamente, il Comune potrà utilizzare la
società come proprio “braccio operativo”, uno strumento a totale controllo
pubblico con tutti i vantaggi (fiscali e gestionali) delle società private.
“Con l’istituzione di questa società patrimoniale”, afferma il sindaco
Lucia Bursi, “potremo gestire in modo più efficiente molti servizi, con
risparmi economici per il Comune e i cittadini, fermo restando il totale
controllo da parte del Comune”. Il business plan prevede tra le altre cose,
a garanzia del Comune, la nomina da parte del sindaco dell’amministratore
delegato e riscontri periodici dell’operato in consiglio comunale. La
società parte con 20 mila euro di capitale sociale: i beni conferiti dal
Comune ammontano a 16 milioni di euro. Dall’operazione il Comune di
Maranello stima di ottenere un risparmio effettivo di 145 mila euro già dal
primo anno.
Le esperienze di questo tipo già in atto in un certo numero di comuni
piccoli e grandi dimostra che le patrimoniali pubbliche sono diventate
rapidamente lo strumento più importante di intervento dei Comuni
proprietari, anche in relazione alla crescente mole di vincoli che frena
l’azione degli enti locali.