Entro dieci giorni i responsabili dell’Atc Modena 2 (l’Ambito territoriale di caccia che va da Soliera a Pavullo) devono adeguarsi alle disposizioni previste dal piano faunistico della Provincia sulla caccia al cinghiale.
Lo ha deciso la Giunta provinciale nella seduta di oggi, martedì 5 ottobre. Se questo termine non sarà rispettato la Provincia sarà costretta ad intervenire.
Il problema riguarda in particolare la gestione della caccia di selezione con il metodo della “girata” eseguita da squadre di cacciatori in zone assegnate.
Con una lettera del 22 settembre, la Provincia ha chiesto all’Atc di avviare, in via sperimentale e solo in alcune zone del territorio montano (quelle a sinistra del torrente Rossenna) una nuova modalità di caccia con squadre di cacciatori composte prevalentemente da residenti e in una zona fissa.
La richiesta, però, non è stata rispettata scatenando, tra l’altro, la protesta di una parte di cacciatori e degli agricoltori della zona.
L’obiettivo della Provincia è quello di garantire un maggiore legame tra cacciatori e territorio favorendo in questo modo anche i rapporti con gli agricoltori.
Quella al cinghiale è una caccia di selezione che avviene secondo piani di abbattimento stabiliti dalla Provincia allo scopo di mantenere il controllo sulla diffusione di questi animali che in montagna in questi anni si sono moltiplicati, provocando danni all’ecosistema e alle attività agricole.
Nelle stessa seduta la Giunta provinciale ha deciso di avviare le consultazioni per arrivare nei prossimi messi a una revisione del piano faunistico provinciale, con una attenzione particolare alla riorganizzazione del territorio degli attuali Atc e alla caccia di selezione agli ungulati. Saranno coinvolte le associazioni venatorie, agricole e ambientaliste.
Attualmente nel modenese gli Atc sono tre con una dimensione complessiva di circa 160 mila ettari: l’Atc Modena l (a nord, riguarda la bassa pianura, da Carpi a Finale Emilia), l’Atc Modena 2 (quello centrale, copre la media pianura, tutta la collina e parte della montagna) e l’Atc Modena 3 che è quello più a sud, in alta montagna. Ogni Atc è governato da un Comitato direttivo, l’organo di gestione, e da una assemblea dei soci.
In Emilia Romagna la suddivisione degli Atc va dai diciassette ambiti della provincia piacentina al solo Atc della provincia di Rimini. La provincia di Parma e quella di Ferrara sono suddivise in nove Atc, quella di Forlì in sei, quella di Ravenna in tre, e quelle di Bologna e di Reggio Emilia in quattro.