A causa del petrolio, rincarato per il calo delle scorte Usa, la benzina ha ripreso la sua corsa al rialzo, tornando ai massimi oltre 1,17 euro al litro raggiunti ad agosto. A ritoccare il listino, secondo quanto risulta dal monitoraggio del ministero delle Attività produttive, sono state oggi cinque compagnie.
Hanno messo mano al listino Api, Q8, Fina, Shell e Tamoil. Le prime due sono arrivate ai massimi di 1,171, mentre le altre tre si sono fermate a 1,169 euro al litro.
A incidere sulla nuova ripresa dei prezzi dei carburanti giocano l’andamento delle quotazioni dell’oro nero sui mercati internazionali.
Dopo qualche segnale di rallentamento, infatti, la tensione è ripresa a salire nelle ultime settimane non solo a causa dell’uragano Ivan, ma anche per i rinnovati timori per un possibile stop delle esportazioni del colosso russo Yukos.
Era dai primi di agosto che la verde non arrivava a questi livelli, a parte un brevissimo passaggio della Ip sopra quota 1,17 il 9 settembre. Da allora i listini erano rimasti bloccati immediatamente sotto quella soglia, intorno a 1,167-1,168.
Alla piccola ondata di rincari non è rimasto estraneo il gasolio, che da oggi alle pompe Api e Q8 costa 0,993 euro al litro e a quelle Fina e Tamoil 0,991.