Che dai conflitti familiari scaturiscano spesso violenze e delitti si sapeva già, ma la novità è che questa tendenza non solo si sta consolidando ma
é in aumento, e la principale causa risiede nella contesa tra i genitori per l’affidamento dei figli. Almeno stando ai risultati di una ricerca dell’Associazione ‘Ex’, centro di assistenza on line per separati e divorziati, molto attiva in questo tipo di indagine.
Archiviando le notizie riportate dai principali organi di informazione, l’associazione ha rilevato che dal gennaio 1994 al giugno 2004, in Italia, i fatti di sangue collegati a separazioni, divorzi e crisi di coppia sono stati 691 e hanno prodotto 976 decessi. Rispetto all’ultimo rilevamento, che
risale al giugno 2003, i dati di giugno 2004 mostrano un incremento di 53 delitti e 83 vittime.
Nel 93% dei casi, secondo l’ Associazione Ex, la causa di questi drammatici risvolti nelle crisi familiari è stata individuata “nell’assurda contesa tra genitori per il cosiddetto ‘possesso dei figli’, che ancora oggi vengono affidati a uno solo di loro”.
Sarebbe proprio questa imposizione, sottolineano, a provocare “inevitabili aumenti di
conflittualità”.
Ma guardiamo le cifre nei particolari, che fanno riferimento a tutto il periodo gennaio 1994-giugno 2004: secondo la ricerca, le violenze in famiglia legate a queste situazioni sono più numerose al Centro (37,7%), meno al Nord (34,5%) e ancor meno al Sud (27,8%). Stessa tendenza per le vittime: il 37% al Centro, il 33% al Nord e il 30% al Sud.
La stragrande maggioranza degli
autori di queste violenze sono uomini (76,6%), le donne costituiscono solo il 23% e i minori sono quasi inesistenti. Al contrario, le vittime vedono al primo posto le donne (50%), seguite dagli uomini (33,9%) e dai minori (16,1%). La fascia d’età più “violenta” è quella fra i 30 e i 40 anni, la
modalità preferita è l’ arma da fuoco (45,3%), seguita dall’arma da taglio (25,4%) e dallo strangolamento (13,6%).
Tra le concause di questa violenza, insieme alla contesa per l’affidamento dei figli, ci sono le questioni economiche come quelle relative all’assegno di mantenimento per i figli (52%),
l’assegnazione della casa coniugale (23%), l’assegno alimentare per l’ex coniuge (18%).
Secondo l’Associazione Ex, quindi, “é evidente che una nuova indicazione legislativa sulle problematiche nelle divisioni di coppia non soltanto può contribuire a raffreddare i conflitti delle coppie in crisi, ma, soprattutto, rendere giustizia agli incolpevoli figli che, nella sostanza degli
avvenimenti, vengono privati di uno dei due genitori”. L’associazione chiede perciò il via libera alla nuova legge sull’affidamento condiviso, che da anni il Parlamento sta discutendo.
“Stop, quindi – afferma il presidente dell’associazione, Fabio Nestola – agli affidamenti dei figli a senso unico, basta con il parassitario sistema del mantenimento tramite un umiliante e obbligato finanziamento mensile e fine dell’assurdità di fare il bello e cattivo tempo con i figli utilizzandoli come clave per colpire l’ex coniuge o l’ex partner”.