L’aria delle città ancora nei guai. Dopo un inverno al Pm10 (le polveri sottili che hanno provocato
gli stop al traffico) i centri urbani con la bella stagione saranno alle prese con il rischio ozono per il quale è già preallerta, nel caso l’estate edizione 2004 fosse rovente come quella dello scorso anno. In questi anni, comunque, la situazione dell’aria non è peggiorata. Ci sono semmai questi due nuovi nemici da affrontare, Pm e ozono. Pratiche chiuse
invece per l’emergenza anidride solforosa, benzene, monossido di carbonio e piombo.


Questo quanto emerso alla presentazione del progetto dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici, Apat, patrocinato dal ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, ”Qualità ambientale nelle aree metropolitane italiane”. L’obiettivo: esplorare la manutenzione delle città, uniformare le informazione, far funzionare al meglio l’esistente per arrivare a quote di efficienza su tutti i fronti della vita urbana: non solo aria ma anche rifiuti e acque.
Otto le città coinvolte dal progetto: Milano, Torino, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli e Palermo. Alla fine, un pacchetto di ‘ricette’ per dare strumenti di intervento al legislatore.

Per quanto riguarda l’ozono, area mediterranea e centro Europa le zone più critiche. L’Italia con quota 52, è terza per maggior numero di superamenti della soglia di informazione
al pubblico dopo i 68 della Grecia e i 56 della Francia (dati 2002) e solo seconda, con 377 microgrammi a metro cubo, per massima concentrazione oraria dopo la Spagna (391). Fotografando in particolare la situazione locale, una centralina su 4 supera la soglia di attenzione per più di dieci volte in un anno. Ciò dimostra ”il permanere di situazioni di criticità”, anche nella prima metà del 2003 a Torino, Milano, Firenze, Roma e Palermo. Da tener presente anche il fattore meteo. ”Se ci sarà un’estate calda come la scorsa – ha detto Mario Cirillo dell’Apat – dovremmo aspettarci anche alti livelli di ozono e
quindi un allarme, in particolare per gli anziani”.

Critica anche la situazione Pm10: il valore limite delle concentrazioni medie annue in 5 citta’ (Torino, Milano, Firenze, Roma e Palermo) negli ultimi quattro anni, si legge in un rapporto Apat, è stato superarato in tutte le stazioni di traffico e le rilevazioni della concentrazione nella prima metà
del 2003 per le stesse città confermano il permanere di situazioni critiche.

Da qui l’importanza di interventi strutturali, sottolineano gli esperti dell’Apat. Ipotizzando un adeguamento di tutti gli autoveicoli agli standard ecologici incicati dalle direttive Euro 1 e Euro 2 i margini massimi possibili di riduzione delle
emissioni di ossidi di azoto da trasporto di persone
corrisponderebbero a circa il 21,3% a Roma, al 41% a Milano e al 22% a Firenze.