Perché “dare parole al dolore” se la concezione normale della vita è quella di provare a stare bene al mondo, di realizzarsi, di sperimentare la gioia e di perseguire il benessere? Eppure queste dimensioni si conquistano nel corso dell’intera esistenza, anche incontrando il dolore, che è parte importante della vita emotiva di ognuno. Non si tratta del dolore fisico ma della difficoltà di vivere il quotidiano che tocca spesso anche i bambini. Da qui: ansia, paura, stress. Disturbi difficili da comprendere.
Si propone d’indagare il dolore dei bambini il convegno “Diamo parole al dolore” organizzato dall’assessorato all’Istruzione del Comune di Modena, Servizi 0-3 anni, Comitato Pari Opportunità e dall’Università di Modena e Reggio Emilia, che si svolge domani, venerdì 5 e sabato 6 marzo.
Apriranno i lavori, alle ore 9 al Teatro Storchi, il sindaco Giuliano Barbolini, il rettore dell’Università Giancarlo Pellacani e l’assessore regionale alle Politiche Sociali Gianluca Borghi. Seguiranno gli interventi, tra gli altri, dell’assessore all’Istruzione Morena Manfredini, dello psichiatra Vittorino Andreoli e, nel pomeriggio, dell’assessore alle Politiche Sociali Alberto Caldana e del neuropscichiatra Ernesto Caffo.
Il dolore è una dimensione esistenziale che nella vita raggiunge tutti, ma i bambini sono troppo piccoli per prendere su se stessi, consapevolmente, la sofferenza e la difficoltà di vivere. L’infanzia ha troppa poca esperienza di sé e del mondo per affrontare da sola il dolore, per comprenderlo, accettarlo e farlo diventare parte della propria storia.
Il convegno vuole arrivare ad elaborare un’azione educativa da parte delle figure che, in famiglia e nelle istituzioni, sono a contatto con il dolore dei bambini, in particolare le donne. Non a caso s’inserisce nel ciclo “Le donne intrecciano le culture” con cui condivide il denominatore; è cioè quasi sempre delle donne (madri, educatrici, insegnanti, infermiere) la cura delle sofferenze dei bimbi.
Durante la due giorni il tema del dolore nell’infanzia verrà trattato attraverso discipline diverse per promuovere un possibile sostegno a chi si occupa, a vario titolo, dei bambini.