La famiglia italiana e’ sempre piu’
tecnologica e spende una parte sempre piu’ consistente del proprio budget in negozi di elettronica e telefonia. Tanto che nel 2003 la spesa media per cellulare, Pc, Internet e Pay-tv e’ risultata di 18,4 miliardi di euro, pari a 1.460 euro a famiglia (+17% rispetto all’anno precedente).
A dare i numeri della passione italiana per tlc e informatica e’ il rapporto ‘L’Italia dell’e-family’, promosso da Federcomin e Anie, dal quale emerge un Paese tutt’altro che arretrato, dove il Pc batte la lavastoviglie quanto a diffusione.
La casa tecnologica italiana e’ fatta di cellulari (diffusi ormai tra l’86% della popolazione, con 2,1 telefonini a famiglia), Pc (diffusione al 51% con una crescita del 14% rispetto all’anno precedente), Internet (34%, con un incremento del 19%), ricezione satellitare (24%, il 16% in piu’) e pay tv (la possiede il 15%, in crescita del 3,6%). Ma tassi di crescita molto piu’ elevati mostrano alcune piattaforme nuove, come per esempio la fotocamera digitale (+227%) e il Dvd (+80%).
Per contro, cominciano ad arretrare alcuni capisaldi tecnologici che negli ultimi anni hanno facilitato e allietato la vita delle famiglie: la videocamera, per esempio, registra un vero e proprio crollo del 27% tra il 2002 e il 2003, e anche la segreteria telefonica comincia a sparire, a tutto vantaggio, evidentemente, del telefono cellulare. Gli italiani, insomma, hanno imboccato con decisione la strada dell’innovazione, allineandosi rispetto al resto d’Europa. Il ritardo rispetto agli Stati Uniti, invece, secondo la ricerca e’ quantificabile in quattro anni per il Pc e in cinque anni per Internet.
La diffusione delle nuove tecnologie, oltre tutto, e’ anche omogenea sul territorio nazionale. Il Mezzogiorno infatti e’ a distanza ravvicinata rispetto al Centro-Nord e i piccoli comuni sono a un passo dalle grandi citta’. Qualche sostanziale differenza, piuttosto, si nota se si guarda l’uso delle tecnologie per classi di eta’ e per genere. Vittime del ‘digital divide’ sono in particolare casalinghe e pensionati. Ma rimane deludente anche l’utilizzo del Pc a scuola: ancora oggi, stando alla ricerca, il 26% degli studenti universitari non usa il Pc e il 44% non usa Internet. Il 61% degli studenti di ogni ordine e grado che fa uso di Internet, infine, accede alla rete solo dal collegamento di casa.
”Si tratta di dati – ha affermato durante la presentazione del rapporto Alberto Tripi, presidente di Federcomin – assolutamente sorprendenti. Le famiglie italiane sembrano affamate di innovazione: ma tutta questa crescita si contrappone con un aumento del fatturato dell’industria di settore che non supera il 2%. Questo vuol dire che a fronte di famiglie che si avvicinano sempre piu’ all’Ict c’e’ il mondo delle imprese e della P.A. ancora troppo indietro”.