Nel 2003 otto italiani su dieci hanno acquistato alimenti tradizionali legati al territorio (+3%
rispetto al 2002) o biologici (+24%) e uno su due prodotti del commercio equo e solidale (+8%), mentre il 63% ha scelto assicurandosi dell’assenza di organismi geneticamente modificati. E’ quanto è emerso nel corso dell’Assemblea Nazionale della Coldiretti, sulla base dell’Indagine Ispo-Coldiretti sulle ‘Opinioni degli italiani sull’alimentazione’.
Una tendenza – sottolinea la Coldiretti – che mette in luce l’orientamento positivo dei consumatori verso prodotti di qualità garantita anche in un anno in cui, secondo le rilevazioni Ismea-Ac Nielsen, si è registrata una congiuntura sfavorevole sul piano dei consumi alimentari con cali nelle quantità acquistate di frutta (-14,8% per le pesche), verdura (-4,2% per le zucchine), carne di vitello (-3%), carne suina (-8%), pollame (-11%), ovicaprina (-4,1%), formaggi freschi (-4,1%) e latte alimentare (-3,2%).
Un calo negli acquisti dovuto anche – rileva l’organizzazione agricola – agli aumenti che si sono verificati nei prezzi di vendita finali che non si sono trasferiti sul settore agricolo dove la situazione attuale fa prevedere un calo del valore aggiunto (-4% a valori costanti) e una riduzione delle quantità prodotte in tutte le colture con le uniche eccezioni del pomodoro da industria (+20% soprattutto
per effetto dell’aumento delle superfici coltivate) e di vino (+1%) e miele (+100%) reduci entrambe da un forte calo nel 2002.
Proprio per contrastare la moltiplicazione dal campo alla
tavola dei prezzi e assicurarsi l’origine e la qualità degli alimenti acquistati nel corso del 2003, secondo una indagine di Agri 2000 divulgata dalla Coldiretti, il 64% degli italiani ha fatto acquisti direttamente dalle imprese agricole con giudizi
molto positivi sulla qualità (nessuno la ritiene scadente, il 64% la giudica buona e il 36% addirittura ottima) e sui prezzi (ben il 42% dichiara di trovarli più convenienti).