Nasce in Emilia Romagna il distretto per l’alta tecnologia meccanica. Letizia Moratti e il presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, hanno
posto la sigla al protocollo di intesa in una cerimonia nella Fondazione Marconi di Pontecchio, e il ministro dell’Istruzione, università e ricerca ha commentato: ”L’accordo fa leva su un settore che contribuisce per il 40% del valore aggiunto del nostro paese e per il 48% del valore delle
esportazioni”.
Hi mech significa otto laboratori a rete, in cui 675
ricercatori, di cui 222 nuovi assunti, lavoreranno su 17 temi di ricerca per fornire alle imprese metalmeccaniche dell’Emilia-Romagna l’opportunità di sviluppare prodotti d’avanguardia: un progetto che ha già l’adesione di 130 gruppi industriali come la Pirelli ed è stato sviluppato dalla Regione
in collaborazione con Aster (agenzia per lo sviluppo
tecnologico), università e centri di ricerca del territorio.
Potrà contare su un cofinanziamento triennale pari a 50 milioni di euro: ”Le risorse – ha detto il ministro Moratti – ci sono, 25 milioni per il ministero che dovrebbero venire disponibili ai primi mesi dell’anno prossimo”.
La scelta di Villa Griffone, dove Marconi fece i primi
esperimenti sulla radio, ha avuto un valore simbolico per un’iniziativa che ”si propone di lavorare – ha detto ancora Moratti – sulla meccanica più avanzata: sistemi intelligenti,
nanotecnologie, metodi innovativi per portare la meccanica a una frontiera ancor più avanzata e perchè tutte le imprese meccaniche possano beneficiare delle nuove tecnologie, della ricerca”.
Presenti l’accademia, l’industria, la politica, il ministro ha insistito sull’impegno della Finanziaria per aumentare dall’0,53% del Pil allo 0,65 (contro lo 0,66 della media europea) l’investimento pubblico sulla ricerca e gli sgravi fiscali per i privati che investono in ricerca, per altro meno che nel resto del continente ”anche se stiamo lavorando con l’Istat perchè molte imprese private investono ma non figurano, per cui la
spesa potrebbe essere più elevata di quanto non appaia”.
La politica del governo di puntare sui distretti si rivolge dunque anche all’Emilia-Romagna, quinto distretto a nascere e ”che ha caratteristiche di successo”.
“La costruzione di un distretto della meccanica – ha detto Errani – è strategica per la regione e l’innovazione è un punto chiave, insieme alla formazione, per garantire competitività e qualità del nostro territorio. Non è un caso se noi da tempo abbiamo fatto una legge sull’innovazione con l’ispirazione di fondo di diffondere e mettere in rete la ricerca per garantire il trasferimento tecnologico”.
Nel suo intervento, l’assessore regionale alle attività produttive Duccio Campagnoli ha fornito alcune cifre, tra cui quella secondo cui nel quinquennio 1998-2002 il Pil emiliano romagnolo è cresciuto dell’ 11%, contro il + 7,8% di Veneto e Toscana e l’ 8,5 dell’ Italia. Questo grazie anche a investimenti cresciuti dal ’97 al 2002 del 28,9% contro il 20,7% nazionale, e nel solo settore industriale del 26,9% contro il 17,9. Il peso dei brevetti di invenzioni industriali dal 1991 al 2001 è aumentato del 62,1% in Emilia-Romagna, mentre nello stesso periodo in Italia è cresciuto appena dello 0,6% e, al netto della regione, è addirittura in calo del 6,1%. La filiera meccanica rappresenta circa il 55% dell’export
regionale, all’incirca alla pari della Lombardia. Le 28.000 aziende meccaniche sono il triplo di ogni altro comparto e rappresentano il 43% dell’industria manifatturiera.