Gli obesi e i depressi non mangiano
pesce: è il risultato di una ricerca condotta da un’equipe
medica su 800 pazienti in sovrappeso e presentata a Rimini nell’ambito dell’iniziativa ‘I love saraghina’, dal nome che ha in
Romagna il pesce azzurro dell’Adriatico.

Secondo l’indagine illustrata dal dottor Primo Vercilli,
titolare di un gruppo internazionale di studiosi dell’alimentazione e consulente di dietologia di squadre di calcio
famose come il Benfica e il Lokomotiv Mosca, il 96,4% del
campione ha dichiarato di non mangiare, mai o quasi mai, pesce a
cena (a pranzo i consumi di pesce sono ridottissimi); appena il
3,6% lo mangia tre o quattro volte la settimana, nessuno sempre
o quasi sempre. Vercilli ha sottolineato le qualità del pesce
azzurro capace, grazie alla presenza di ‘Omega 3′ (grassi
polinsaturi essenziali all’ organismo), di combattere molto
patologie tra cui la depressione.

Per spiegare le potenzialità del pesce azzurro, il dietologo
ha citato due casi estremi: in Groenlandia, dove c’é un forte
consumo di questo pesce, le condizioni di vita sono difficili,
eppure la depressione è praticamente assente fra gli abitanti;
nel paradiso della Nuova Zelanda, invece, dove i consumi di
pesce azzurro sono molto bassi, la depressione è assai diffusa,
cinque volte di più che in Giappone.

Le forti azioni di tutela verso delfini, tonni e altre specie
sanno però riducendo notevolmente la presenza di pesce azzurro:
lo ha rilevato il professor Corrado Piccinetti, direttore del
laboratorio di biologia marina di Fano (Pesaro) e noto
personaggio tv della trasmissione di Raiuno ‘Linea Blu’, secondo
il quale “le specie a rischio vanno tutelate, ma attenzione
alle esagerazioni perché altrimenti il loro cibo preferito, che
é proprio il pesce azzurro, tenderà a sparire”.
“Il nostro turismo è come il pesce azzurro: ha buona
qualità, fa bene alla persona e viene venduto a prezzo equo”,
ha commentato Andrea Gnassi, in rappresentanza della Regione
Emilia-Romagna. “Promuovere le nostre tradizioni ci aiuta a
farci apprezzare – ha detto – Non saremo mai un grande fast food
perché abbiamo le ragioni delle nostre tradizioni da far
valere”.

Per il presidente di Lega Pesca, Ettore Iani, è necessario
promuovere la riconoscibilità del prodotto per distinguerlo da
quello importato e di più bassa qualità, mentre Massimo
Coccia, presidente di Federcoopesca, ha tratteggiato una gustosa
sintesi dell’ identità gastronomica: “Una ventina di
sardoncini gratinati al forno, del radicchio verde amaro, un pò
di cipolla e due gocce di aceto di vino. Il tutto avvolto da una
piadina riminese”.