Se c’è una cosa che accomuna gli
italiani di ogni latitudine è la televisione. Nel 2001, secondo un’analisi dell’Ufficio Studi di Unioncamere Emilia-Romagna, condotta sui dati dell’indagine Multiscopo dell’Istat, il 94,5 per cento della popolazione con almeno tre anni di età ha dichiarato di guardare la televisione.
La percentuale e’ decisamente elevata, tuttavia siamo in presenza di una tendenza al ridimensionamento, se si considera che nel 1993 la percentuale era del 96,0 per cento e nel 1998 del 95,1 per cento.
La televisione e’ piu’ guardata nei piccoli comuni fino a 2.000 abitanti (96,4 per cento) e meno in quelli centrali delle aree metropolitane (92,5 per cento). Risulta inoltre che non vi e’ alcuna distinzione tra uomini e donne ed entrambi i sessi guardano la tv in eguale misura.
Tra le fasce di eta’, i meno videodipendenti sono i bambini da 3 a 5 anni, con una percentuale dell’88,8 per cento. I piu’ affezionati si trovano nella classe di eta’ da 18 a 19 anni, con una percentuale del 97,4 per cento. Dopo questa classe di eta’, le percentuali di ascolto tendono a decrescere fino ai 35-44 anni, per poi risalire gradatamente fino ai 65-74 anni e quindi ridiscendere dai 75 anni in poi.
Tra le ripartizioni geografiche primeggia il Nord-ovest (95,2 per cento). All’opposto troviamo le Isole con il 93,2 per cento. Tra le regioni troviamo in testa il Molise con una percentuale del 96,7 per cento, davanti a Valle d’Aosta (95,8 per cento), Puglia (95,5 per cento) ed Emilia-Romagna (95,4 per cento). La maglia nera degli ascolti appartiene al Trentino-Alto Adige (91,6 per cento), seguito da Friuli-Venezia Giulia (92,8 per cento) e Basilicata (93,0 per cento).