Occorrono ancora due settimane di lavoro per riaprire al transito, parziale o totale, la Sp 32 interrotta da una frana a circa un chilometro dall’abitato di Madonna di Pietravolta, località in Comune di Frassinoro nell’alto Appennino modenese occidentale.
Sulla situazione delle frane in Appennino ha parlato in Consiglio provinciale Andrea Casagrande, assessore alla Viabilità della Provincia rispondendo ad una interrogazione presentata da Andrea Leoni (FI).
“Per affrontare l’emergenza frane – ha affermato Casagrande – verificatasi tra il 2002 e il 2003 abbiamo stanziato, per l’anno in corso, un milione e 104 mila euro. La Provincia, inoltre, ha anticipato le risorse messe o che sta mettendo a disposizione la Regione Emilia Romagna, attraverso la Protezione Civile, per un importo complessivo di altri 480 mila euro”.
Nell’interrogazione si chiedevano anche informazioni su un movimento franoso in località Cà Bonettini, lungo la Fondovalle Panaro. “La frana in questione – ha precisato l’assessore Casagrande – è una delle tante “quiescenti” presenti sul territorio modenese: questo corpo di frana era noto su basi morfologiche , ma sicuramente considerato a basso rischio, proprio per l’assenza di riattivazioni cicliche o comunque storicamente ricordate o riportate. Il movimento franoso manifestatosi il 21 settembre scorso è stato di modesta entità e risoltosi con un rapido intervento. Per la popolazione residente, a valle della strada, non sussistono, allo stato attuale, condizioni di pericolo o rischi di danni agli edifici”.
Per la sola prevenzione del fenomeno frane il servizio geologico della Provincia ha investito, nel 2003, 40 mila euro per l’ampliamento e il recupero della rete di monitoraggio.
Un ulteriore investimento è costituito dal monitoraggio sperimentale, con investimento annuale di 18 mila euro, mediante sistema satellitare Gps, su due significative frane che interessano importanti strade della rete modenese: la Sp 32 di Frassinoro per la frana della Lezza Nuova e la Sp 4 Fondovalle Panaro per la frana in località Terre Rosse.
Inoltre, nel campo del monitoraggio sperimentale si sta valutando la possibilità di una nuova iniziativa da applicare sulla frana della Lezza Nuova nel campo del preallarme. L’esperienza si basa sulla misura di energia messa in gioco dalle masse del corpo di frana e dalle variazioni nel tempo, con possibilità di inviare sistemi di preallarme su rete Gprs della telefonia mobile.