I giovani muoiono all’alba: nelle ‘stragi del sabato sera’ la mortalità più alta fra i giovani dai 18 ai 29 anni è infatti fra le 4 e le 5 del mattino.E’ quanto emerge dalla statistica dell’ Istat sugli incidenti stradali del 2002, che secondo il ministro Carlo
Giovanardi conferma la gravità del fenomeno e la necessità che il Parlamento approvi al più presto il disegno di legge sugli strumenti per prevenirlo.
Dai dati Istat, forniti dal ministro, risulta che su 100
mila incidenti l’indice medio di mortalità, pari a 2,832 nell’arco delle 24 ore, cresce nel corso della notte fino a toccare il picco massimo di 7,594 alle 5 del mattino, cioè circa il triplo. ”Se poi si va a vedere la mortalità relativa a tutte le notti della settimana – sottolinea il ministro per i rapporti
con il Parlamento – si rileva come dei 1885 morti, ben 891 (circa la metà) sono concentrati nelle notti del venerdì e del sabato”.
Nella notte del venerdì sono morti nel 2002 174 giovani fra i 18 e i 29 anni e ne sono rimasti feriti 6.942, a fronte di 17 morti e 550 feriti adulti dai 50 ai 59 anni, con la percentuale più alta fra le 4 e le 5 del mattino. Il sabato notte invece sono deceduti 277 giovani fra i 18 e i 29 anni e i feriti della
stessa fascia d’età sono stati 10.044, rispetto ai 23 morti e 626 feriti nella fascia compresa fra i 50 e i 59 anni.
”I dati Istat confermano quindi la tragicità e la specificità di un fenomeno che la scienza medica definisce ‘mortalità e traumatologia del sabato sera’ – osserva Giovanardi – concentrata sulle classi di età più giovani e in diretta relazione con gli orari più vicini all’alba e con le particolari condizioni psico-fisiche dei guidatori”.