Foto: Google Maps

La torre dell’acquedotto che si trova nel parco della Resistenza non è più utilizzata da molti anni e per questo motivo, come le altre torri non più funzionali alla gestione del servizio idrico integrato, è già inserita nel piano di demolizioni programmato da Hera. Lo ha annunciato l’assessore ai Lavori pubblici Giulio Guerzoni rispondendo in Consiglio comunale, giovedì 7 marzo, all’interrogazione presentata da Giuseppe Pellacani di Energie per l’Italia. L’assessore ha inoltre sottolineato che “per garantire un’area di rispetto funzionale agli standard di sicurezza ed evitare intrusioni, l’area alla base della torre è stata recintata e munita di cancello di accesso e sia il Comune che Hera vi svolgono regolarmente sopralluoghi”.

Nell’interrogazione il consigliere Pellacani segnalava che “la torre dell’acquedotto mostra chiari segni di degrado, con esposizione dei ferri delle armature alle intemperie e alla corrosione”, per chiedere all’Amministrazione quali verifiche siano state effettuate e quali misure intenda adottare a tutela della sicurezza dei cittadini.

La torre piezometrica del parco della Resistenza è stata realizzata nel 1964 su progetto dello studio BBPR di Milano, che riuniva alcuni degli architetti più importanti del dopoguerra, e ha una capacità di 1000 metri cubi. “Come tutte le altre attrezzature di questo tipo – ha spiegato Guerzoni – non è più in esercizio, il serbatoio è vuoto e gli impianti sono disattivati da tempo. Il progetto per il suo abbattimento, realizzato e finanziato dal gestore Hera come l’ultimo intervento realizzato a settembre a San Donnino, è stato presentato al Comune di Modena lo scorso dicembre ed è in corso l’iter autorizzativo. I lavori di demolizione e successivo ripristino e messa in sicurezza dell’area potranno quindi, secondo le previsioni, iniziare nella seconda parte del 2019”. In chiusura l’assessore ha anche ricordato che è previsto il totale superamento di tutti i pensili dismessi poiché non più utili alla distribuzione di acqua potabile per usi civili nella rete urbana.

Nella replica il consigliere Pellacani si è dichiarato “soddisfatto a metà, poiché la torre sarà dismessa ma non sappiamo né come né quando. La torre è sotto il controllo di Hera come la discarica dismessa di via Caruso, ma questo non ha impedito che bruciasse. Inoltre – ha concluso – non c’è nessuna relazione che ci dica che la torre è sicura e stabile”.