“Dopo sei durissime giornate di sciopero, che hanno visto centinaia di operai e solidali raccogliersi davanti ai cancelli del colosso della pizza surgelata, resistendo a cariche e lacrimogeni, è finalmente stato siglato un primo accordo su tre punti:

1) Tutte le 13 lavoratrici e lavoratori colpiti da licenziamenti, sospensioni e trasferimenti punitivi torneranno al loro posto di lavoro, entro e non oltre il 20 gennaio prossimo, regolarmente retribuiti per tutto il periodo di assenza.

2) I turni di lavoro dovranno rispettare periodo di riposo, festività e riposi compensativi. L’odiosa e illegale pratica del lavoro a chiamata deve cessare.

3) Istituzione di un tavolo sindacale in cui valutare le condizioni contrattuali, retributive e contributive di ciascun lavoratore.

Su questo ultimo punto la trattativa si è arenata nelle sale della prefettura: per ben sei ore – continua il Sindacato Intercategoriale – il S.I. Cobas ha negoziato con gli avvocati e i consulenti mandati da Italpizza e dalle cooperative Evologica e Cofamo, che in ogni modo hanno tentato di far fallire l’accordo. Come ci è stato chiaramente detto davanti al prefetto stesso, le cooperative non accettano la presenza del nostro sindacato all’interno dello stabilimento e, nonostante l’accordo siglato, hanno promesso di ostacolare con ogni mezzo la verifica dei contratti, dei turni e dei riposi. Una battaglia è stata vinta, ma la guerra con i colossi cooperativi è tutt’altro che finita”.

“Il prefetto – continua S.I. Cobas – durante tutta la trattativa ha insistito sul fatto che le nostre modalità di sciopero sono illegali, senza mai spendere una parola sul vergognoso sistema di sfruttamento (quello sì completamente fuorilegge, come anche denunciato pubblicamente dalla Flai-CGIL di Modena) che regna a Italpizza e in generale su tutto il territorio modenese, né sulle violenze delle forze dell’ordine o sull’uso massiccio di gas CS, proibito a livello internazionale come arma chimica da guerra.

L’eroica resistenza delle donne e degli uomini davanti a quei cancelli è stata la prima grande risposta nazionale al DL Salvini e alla procura modenese, già tristemente nota per il suo accanimento contro sindacati e movimenti sociali. Nei fatti l’obiettivo di Salvini è già fallito: è stata vinta la paura, nessuno – uomo o donna – si è tirato indietro, nessuno si è fatto intimidire”.

“Quella di Italpizza non è una semplice vertenza, ma una battaglia per la libertà sindacale e la giustizia sociale, per il riscatto dei lavoratori, in particolare delle donne e dei migranti, contro il razzismo. In una parola: è una battaglia che tutti insieme dobbiamo vincere.
Facciamo quindi appello a tutti i collettivi, movimenti, comitati, sindacati e partiti che ci hanno espresso solidarietà a tenere alta la guardia e prendere parte attiva alla lotta, ciascuno secondo le proprie possibilità, senza paura” – conclude il Sindacato Intercategoriale Cobas.