“Al momento il ‘Governo del cambiamento’ si sta rivelando, per quel che riguarda la sicurezza, il governo del ‘Cambianiente’. I rinforzi promessi nella nostra provincia arriveranno solo nei prossimi mesi e soprattutto sono di gran lunga inferiori rispetto alle esigenze”. Lo afferma Giuseppe Stanziale, segretario provinciale del sindacato di polizia Silp Cgil di Modena.

Infatti, a fronte di un incremento di organico annunciato di 16 lavoratori per tutta la provincia, compresi quelli che arriveranno a febbraio 2019, sono previsti quasi altrettanti poliziotti in uscita, a causa di trasferimenti presso altre sedi e di prossimi pensionamenti, con un saldo positivo irrisorio. Tenuto conto che con il turn over al 55% previsto dal D.Lgs 150/09 (c.d. Legge Brunetta) gli uffici della provincia avevano già subito un notevole calo soprattutto per quanto riguarda il controllo del territorio e l’attività investigativa, oggi i poliziotti della provincia di Modena sono appena 383 contro i 467 in servizio nel 2004, con perdite distribuite in tutti gli uffici della provincia. Solo per fare alcuni esempi, la sezione modenese della Polizia Postale è passata da un organico di 10 unità nel 2004 a sole 5 unità oggi, di cui due andranno a brevissimo in pensione, e il Commissariato di Mirandola che nel corso degli ultimi sette anni ha perso 10 poliziotti con un totale di 24 operatori attualmente in servizio.

“Tutto questo inserito in un contesto, quello della legge di bilancio, – prosegue il segretario del Silp Cgil – che non prevede risorse e novità per i poliziotti, nonostante le promesse e gli annunci”.

“Per questo abbiamo lanciato una campagna di mobilitazione nazionale – continua il segretario – con lo slogan trasformato in un hashtag #cambiamolamanovra. Infatti le risorse previste dal Governo nella Legge di bilancio sono sostanzialmente in continuità col passato e per quel che riguarda le assunzioni si riparte dalle 7.500 nuove unità nel triennio già programmate e finanziate dalla vecchia manovra”.

“Non solo – aggiunge il sindacalista – per il nostro contratto di lavoro, che scade a fine anno, gli stanziamenti previsti, che vanno da 1.100 milioni nel 2019, 1.425 milioni nel 2020 fino a 1.775 milioni nel 2021, permetteranno un modesto incremento stipendiale pari a 31 euro lordi per il prossimo anno. 15, 20 euro netti. Una miseria e un affronto intollerabili. Anche per quel che riguarda il riordino interno delle carriere, che dovrebbe servire a migliorare l’efficienza degli apparati, sono previsti appena 70 milioni di euro che si sommano ai 20 milioni. Cifre irrisorie”.

“Questi sono i motivi – conclude il rappresentante del Silp Cgil – per cui la manovra si deve e si può cambiare in Parlamento. Iniziamo dunque un percorso di mobilitazione che coinvolge anche il nostro territorio con l’obiettivo di sensibilizzare i parlamentari locali e l’opinione pubblica”.