Nell’ultima seduta del consiglio comunale di Bagnolo è stato approvato un Ordine del Giorno presentato dal gruppo di maggioranza In Comune per Bagnolo, per la “piena applicazione della legge 194/78 e il sostegno inalienabile della donna alla sua autodeterminazione”.

Dopo una discussione ampia e ricca di interventi interessanti, dalla quale sono emerse posizioni diverse, il documento ha ricevuto il voto favorevole dei consiglieri di maggioranza e del gruppo Movimento 5 Stelle, e il voto contrario dei Consiglieri della lista Bagnolo Viva e del gruppo Progetto Bagnolo. Spiega il consigliere Gennaro Maisto, che ha presentato il documento: “Cade quest’anno il quarantennale dall’applicazione della legge sull’interruzione volontaria di gravidanza, ed è questo uno dei motivi per cui abbiamo inteso proporre l’Odg. Inoltre siamo stati spinti da quanto avvenuto a Verona dov’è passata una Mozione presentata dalla Lega con cui saranno finanziate associazioni che portano avanti iniziative contro le interruzioni volontarie di gravidanza. Vorrei ricordare che quarant’anni fa le donne morivano per riuscire a interrompere la gravidanza, o meglio, c’erano quelle abbastanza ricche da potersi permettere un viaggio in Inghilterra o in Olanda per interrompere la gravidanza, e quelle che invece non avendo le possibilità andavano dalle levatrici, dove per interrompere la gravidanza si utilizzavano strumenti barbari come ad esempio i ferri per la maglia. Negli anni ’70 dopo un iter durato quasi dieci anni, anche difficoltoso e problematico, si è riusciti ad arrivare alla stesura e all’emanazione di questa legge che tutela la donna, che non è un mezzo anticoncezionale, e che è rivolta anche a  donne che si ritrovano in situazioni di pericolo per stato di salute fisico o psichico, oppure se ci sono delle condizioni economiche, sociali, familiari o delle anomalie del feto, consentendo entro i novanta giorni di interrompere volontariamente la gravidanza o fino al quinto mese per un aborto terapeutico nei casi veramente molto gravi. Le associazioni finanziate attraverso la mozione passata a Verona di fatto consigliano e cercano di convincere le donne a non farlo, mentre noi siamo convinti che le istituzioni laiche dovrebbero lasciare la donna libera di poter scegliere senza alcun condizionamento. Il nostro ordine del giorno chiede, tramite il collegamento con la conferenza territoriale socio sanitaria, di potenziare la rete dei consultori per accompagnare in modo migliore la donna verso il percorso nascita, così da prevenire una possibile interruzione di gravidanza, e anche per informare sui metodi contraccettivi che per questa regione sono per fortuna diventati gratuiti a chi lo richiede. Inoltre il documento impegna il Consiglio Comunale a scrivere alla Regione  invitando a mantenere una scelta politica che sia il più possibile laica”.

Aggiunge la Sindaca Paola Casali: “La 194 è una legge importante, anche se sicuramente migliorabile, che ha aspetti profondamente legati al rispetto della salute, dei diritti delle donne ma anche per la promozione della maternità e genitorialità consapevoli. C’è sicuramente bisogno di una forte regia del servizio pubblico universalistico e competente, in sinergia con le risorse del territorio che però non possono mai sostituirsi nel ruolo di garanzia per la salute che spetta alla sanità pubblica. In consiglio si è parlato anche di obiezione di coscienza dei medici, scelta garantita dalla Costituzione, ma non deve interferire o limitare la salute e i diritti delle donne, perchè se così fosse, andrebbe adottata una strategia riorganizzativa delle aziende sanitarie ed ospedaliere”. Concludono la Sindaca e il Consigliere Maisto: “In Consiglio abbiamo sostenuto che finanziare associazioni che possono avere anche un principio condivisibile, significa comunque finanziare un soggetto terzo che non rappresenta in quel momento lo Stato, ma rappresenta i propri intenti; sicuramente ci possono essere associazioni presso le quali alcune donne possono recarsi e fare le loro scelte. Ma l’ente pubblico dovrebbe mantenere una linea quanto più possibile laica e indipendente. La 194 ha permesso di far uscire dalla clandestinità migliaia di donne, e di concentrarsi sulla prevenzione, sulla formazione di operatori e operatrici che lavorano in luoghi delicati come i consultori, il che ha portato risultati molto importanti: dalle 382.000 interruzioni di gravidanza del 1983 in Italia, si è scesi a 181.000 nel 2016”.