Crisi di rappresentanza dei sindacati? Non alla Cisl Emilia Centrale, che registra un aumento degli iscritti.
Lo afferma lo stesso sindacato di palazzo Europa commentando l’indagine della Fondazione Del Monte nella parte dedicata alla sfiducia dei modenesi nei confronti dei sindacati.

«I risultati dell’indagine mi sorprendono perché a Modena e Reggio Emilia i nostri iscritti crescono, segno evidente di una fiducia che non solo non diminuisce, ma aumenta – dichiara il segretario generale della Cisl Emilia Centrale William Ballotta – Alla fine del 2017 il tesseramento aveva raggiunto quota 96.604, in aumento di 2.984 unità (pari al +3,2 per cento) rispetto al 2016. Grazie a questi numeri la Cisl Emilia Centrale (nata nel 2015 dalla fusione tra la Cisl di Modena e quella di Reggio Emilia) si conferma la prima struttura territoriale Cisl in Emilia-Romagna ed è diventata la settima in Italia».

Ballotta sottolinea che alla Cisl Emilia Centrale aderisce l’8 per cento della popolazione modenese e reggiana (1,2 milioni di abitanti) e che il 55,3 per cento degli iscritti Cisl è rappresentato dai lavoratori attivi, tra i quali aumentano soprattutto gli addetti della scuola, enti locali, sanità, terziario, trasporti, metalmeccanica e agroindustria.

«I numeri certificano la crescita costante della nostra organizzazione e il rafforzamento della sua presenza politica, sociale e di servizi ai lavoratori e pensionati – aggiunge il segretario Cisl – Siamo a un passo dal traguardo dei 100 mila iscritti, che ci siamo posti al momento della fusione tra le strutture di Modena e Reggio Emilia.
Al di là dei numeri, però, ci conforta la fiducia che giovani, donne, immigrati, lavoratori e pensionati continuano a nutrire nei nostri confronti. A dicembre presenteremo, per il terzo anno consecutivo, il nostro bilancio di sostenibilità, cioè lo strumento che analizza e misura l’impatto della Cisl sul territorio dal punto di vista economico, ambientale e sociale.
Il documento ha un alto valore strategico perché, dialogando con la comunità, ci permette di evidenziare i punti di debolezza dell’organizzazione e interrogarci su come rendere più efficace la nostra azione a difesa dei lavoratori e pensionati, tutela della loro dignità, miglioramento delle condizioni salariali, normative e professionali, per contribuire – conclude Ballotta – allo sviluppo dei nostri territori».