Proseguono al Mabic gli incontri sul Giappone. Sabato 3 novembre alle 17 si parla dell’Ukiyoe e delle stampe d’arte giapponesi. Ne parlerà Floriano Terrano nell’ambito del ciclo “Hi no maru” che punta ad analizzare alcuni dei simboli più famosi della cultura nipponica con l’ausilio di materiali visivi, video e audio.

L’ukiyo-e (“immagine del mondo fluttuante”) è un genere di stampa artistica giapponese su carta, impressa con matrici di legno, fiorita nel periodo Edo, tra il XVII e il XX secolo. All’inizio, si utilizzava soltanto inchiostro cinese, in seguito alcune stampe vennero colorate a mano con dei pennelli, ma nel XVIII secolo Suzuki Harunobu sviluppò la tecnica della stampa policromatica. Gli ukiyo-e non erano costosi perché erano prodotti in massa ed erano pensati principalmente per gli abitanti della città che non potevano permettersi dei veri dipinti. Alle origini, il soggetto principale degli ukiyo-e era la vita della città, in particolare le attività e le scene dei quartieri dei divertimenti: belle cortigiane, grossi lottatori di sumo e attori famosi erano ritratti mentre svolgevano il loro lavoro. In seguito divennero popolari anche i paesaggi, mentre non apparvero quasi mai soggetti politici e di altre classi sociali all’infuori di quelle più basse (composte appunto da cortigiane, lottatori di sumo e attori).