Ridare impulso ai progetti di accoglienza temporanea dei bambini provenienti dalle zone contaminate dopo il disastro nucleare di Chernobyl, e rafforzare quelli di assistenza sanitaria e riabilitazione che si realizzano in Bielorussia e Ucraina, aree ad alta radioattività da cui provengono quasi tutti i bimbi accolti in Emilia-Romagna.

Questi i temi al centro dell’incontro che si è svolto oggi in Regione, a Bologna, tra la vicepresidente con delega alla Cooperazione internazionale e all’immigrazione, Elisabetta Gualmini, e l’ambasciatore della Repubblica della Bielorussia, Aleksandr Guryanov, ospite in questi giorni dell’Emilia-Romagna. Una visita che segue a breve distanza la missione istituzionale della Regione nella Repubblica della Bielorussia, con l’obiettivo di toccare con mano i risultati raggiunti dai progetti umanitari di cooperazione decentrata internazionale. Oltre all’accoglienza dei minori, infatti, il programma prevede la realizzazione in Bielorussia di interventi di assistenza, riabilitazione e cura di bambini affetti da disabilità e malattie oncologiche, e la formazione professionale degli operatori sanitari negli orfanotrofi, case famiglia, ospedali pediatrici.

“L’Emilia-Romagna, dopo oltre tre decenni- sottolinea Gualmini- continua ad essere protagonista di uno straordinario movimento di solidarietà che ha visto in questi annipiù di 12 mila bambini bielorussi ospitati nell’ambito dei programmi di accoglienza temporanea estivi e invernali. Accoglienze solidali che mi auguro possano proseguire con la stessa intensità anche nei prossimi anni. Come Regione- prosegue la vicepresidente- non faremo mancare il sostegno necessario, affinché questa solidarietà continui a manifestarsi e si sviluppi in forme sempre più ampie ed efficaci, allargandosi in tutti i settori di reciproco interesse”.

In questi anni in Emilia-Romagna sono stati accolti oltre 12 mila bambini grazie al “Progetto regionale Chernobyl”: un programma avviato nel 1996 dalla Regione assieme alle associazioni firmatarie, che prevede soggiorni temporanei di bimbi sotto i 14 anni provenienti dalle zone contaminate e ancora soggetti al rischio di tumori, malattie genetiche, malformazioni. Durante i loro brevi soggiorni nelle famiglie emiliano-romagnole o in strutture collettive, i bambini vengono iscritti al Servizio sanitario regionale e sottoposti gratuitamente ad alcuni controlli sanitari di carattere preventivo (visite pediatriche e accertamenti diagnostici specialistici).