Legambiente commenta gli esiti dell’incontro Regione Governo sul tema della autostrade. Difficile comprendere gli esiti effettivi, anche alla luce delle versioni diverse emerse  da Regione ed esponenti M5S del governo.

“Certamente una cosa è chiara – sottolinea Legambiente – Il tema centrale sono come al solito le autostrade, e non le azioni e gli investimenti necessari al trasporto pubblico; dibattito ancor più discutibile dopo il dietro front sugli euro 4”.

Se per la Regione l’impostazione “asfaltocentrica” purtroppo è chiara da tempo, non lo dovrebbe essere per il nuovo ministro, che nel suo mandato aveva indicato altre priorità.

L’associazione invita, per l’ennesima volta, a cambiare impostazione del dibattito sulle reali necessità dell’Emilia-Romagna e del bacino padano in ambito mobilità: fondamentale non cadere negli errori del passato. Prima si devono mettere a fuoco gli obiettivi e le strategie per ridurre inquinamento, de carbonizzare i trasporti e mitigare i cambiamenti climatici, e solo successivamente parlare di quali opere sono utili al raggiungimento di questi obiettivi. In quest’ottica, continua Legambiente, è lampante come le autostrade siano all’ultimo gradino delle priorità.

“Rispetto poi alla Bretella Campogalliano Sassuolo – continua Legambiente –  pare incredibile leggere che l’iter proseguirà come da programma. Ci aspettiamo che l’opera venga presto fermata, vista la sua inutilità trasportistica: non risponde a nessuna esigenza di competitività industriale, oltre che a nessun esigenza di trasporto dei cittadini. La progettazione della Bretella è antecedente alla realizzazione dell’attuale Modena-Sassuolo urbana, costruita sullo stesso tracciato. Due corsie per senso di marcia già esistenti, che di fatto hanno eliminato qualsiasi alibi sull’utilità della Campogalliano – Sassuolo”.

Legambiente ricorda la lista di opere diffuse utili al trasporto collettivo in Emilia-Romagna, visualizzabili anche sulla mappa interattiva a questo link:

1.      collegamento ferroviario tra il porto di La Spezia ed il Brennero, via Parma: oggi ha la strozzatura di una linea obsoleta e inadatta al traffico merci moderno. I tempi di percorrenza sono lunghissimi e ci sono forti limiti alla lunghezza dei convogli;

2.      il Servizio Ferroviario Metropolitano (SFM) di Bologna doveva essere completato al momento del previsto completamento dell’alta velocità nel 2011. Sette anni dopo l’SFM non è ancora a completo regime. In particolare manca l’orario cadenzato delle corse a 30‘ ( 15’ nell’area urbana e nelle ore di punta) e la realizzazione delle passanti in Stazione Centrale. Altro sintomo di questo ritardo, il grande sottodimensionamento della linea Porettana e la mancata connessione di importanti poli attrattori come CNR, Bologna Fiere, Caab, Regione;

3.      l’uscita ferroviaria delle merci dal porto di Ravenna presenta forti limiti, richiedendo tempi lunghi e manovre complesse per raggiungere le direttrici nazionali;

4.      manca un trasporto pubblico di massa efficace lungo la costa, da sud a nord; un forte limite per uno dei bacini turistici più importanti d’Europa;

5.      non è elettrificata la linea ferroviaria Parma-Piadena di collegamento verso Brescia;

6.      L’alta velocità, opera più costosa del territorio, non è ancora adibita al trasporto merci (alta capacità) e poco accessibile dal territorio con solo 2 fermate in linea lungo la Milano -Roma (Reggio e Bologna);

7.      sulla direttrice Salsomaggiore-Fidenza-Parma non è mai partito il progetto di utilizzo del treno come mezzo di trasporto cittadino;

8.      non esistono più treni diretti Modena – Verona;

9.      nell’asse modenese nord-sud non è adeguatamente sfruttata la linea Sassuolo – Modena -Carpi, possibile metropolitana di superficie che potrebbe essere estesa anche fino a Maranello;

10.  la linea ferroviaria Piacenza Cremona, di recente elettrificazione, oggi non è utilizzata. Occorre ripristinare il collegamento;

11.  per aiutare veramente la logistica del distretto ceramico occorre realizzare il collegamento ferroviario tra gli scali merci di Dinazzano e quello di Marzaglia, infrastruttura ben più utile alla competitività rispetto alla Bretella Autostradale oggi in progetto;

12.  da ultimo dobbiamo sottolineare il caso emblematico del vecchio ponte sul Po tra Colorno e Casalmaggiore: non si sa bene se e quanto tenuto sotto monitoraggio, tant’è che è stato completamente chiuso per limiti strutturali con disagi enormi per il pendolarismo tra le due province;