E’ R.E., un cuoco 34enne di Savignano sul Panaro, attualmente in carcere in misura cautelare, l’uomo individuato come autore dell’omicidio della prostituta rumena di 31 anni, rinvenuta carbonizzata a San Donnino. La donna, probabilmente uccisa in un luogo diverso da quello del ritrovamento, sarebbe stata identificata grazie ad un chiodo endomidollare impiantatole in passato.

L’uomo non era nuovo a crimini contro le donne, in quanto aveva già preso di mira altre due giovani, sempre di corporatura esile. La prima è rimasta vittima di un’aggressione sessuale in un garage a Zocca il 28 agosto, mentre la seconda, appena 18enne, era riuscita a sfuggire ad un tentativo di sequestro da parte del cuoco a Savignano sul Panaro, il 2 settembre scorso. Il 34enne ha ammesso di aver compiuto la prima violenza, mentre nel secondo caso è stato incastrato dalle telecamere di sorveglianza di una villa.

Le indagini dei Carabinieri, coordinate da un pool di magistrati – i pm Natalini e Imperato e il procuratore capo Musti – sono cominciate con il rinvenimento del corpo carbonizzato della 31enne, lo scorso 10 settembre. Da qui il collegamento con gli altri due reati.

Le prove a carico del 34enne sono varie: oltre ad un frammento bruciato di un libro di scuola appartenente alla figliastra, il gps montato sull’auto che ha consentito di individuarne gli spostamenti, unitamente alle immagini di alcune telecamere e ai tabulati telefonici.