Uveiti e patologie oculari di natura reumatologica, un congresso interamente rivolto ai pazienti, per chiarire dubbi e perplessità, si svolgerà all’ospedale Santa Maria Nuova sabato 22 settembre dalle 8.30 alle 13.30 alla presenza di reumatologi e immunologi oculari. L’incontro è organizzato dall’Azienda Usl Irccs di Reggio Emilia in collaborazione con le Società SIMBA (Associazione Italiana Sindrome e malattia di Behçet) e AMRER (Associazione Malati Reumatici Emilia Romagna) a sottolineare quanto importante sia il sostegno ai pazienti e alle loro famiglie per le problematiche di natura terapeutica, ma anche logistica e di vita quotidiana collegate alle patologie. L’appuntamento si terrà nella sala riunioni al piano -1 del Core e nelle aule di Formazione dell’ospedale.

L’uveite è una patologia infiammatoria oculare che spesso è spia di qualcos’altro, come un’infezione o una malattia sistemica. Per questo é difficile stimarne l’incidenza. Al Santa Maria Nuova se ne occupa la struttura semplice di Immunologia oculare che è centro di riferimento a livello nazionale. Promuovere il confronto tra specialisti di varie aree è uno dei suoi obiettivi. Nei giorni scorsi s’è svolto a Palazzo Rocca Saporiti un incontro scientifico sull’importanza dei prelievi dell’umore acqueo per diagnosi e terapia delle uveiti alla presenza di immunologi oculari, oculisti e reumatologi tra cui uno dei massimi esperti mondiali, il professor Ahmed Abu El-Asrar dell’università di Riyadh in Arabia Saudita, chirurgo vitroretinico, professionista nella cura delle uveiti e ricercatore di base.

A essere colpiti dall’uveite sono soprattutto gli adulti dai 20 ai 50 anni e sebbene sia considerata una malattia rara essa può causare cecità nel 10-15% dei casi. Nell’ambito dell’appuntamento di sabato, a loro interamente dedicato, i pazienti potranno rivolgere ai professionisti domande di vario tipo su innovazioni ed esami strumentali a disposizione e potranno conoscere l’evoluzione negli anni dell’approccio diagnostico terapeutico nella realtà sanitaria reggiana.

“Dai dati del registro uveiti dell’Ausl Irccs di Reggio Emilia – spiega il dottor Luca Cimino, responsabile dell’Immunologia oculare del Santa Maria Nuova e organizzatore del congresso insieme al direttore della Reumatologia, professor Carlo Salvarani – emerge che il ritardo diagnostico medio è di quattro anni, un tempo in cui senza diagnosi e terapie le complicanze aumentano, compromettendo la vista e la qualità di vita di persone ancora attive. L’approccio ideale è quello interdisciplinare che favorisca il dialogo tra i diversi specialisti, al fine di assicurare al paziente la diagnosi e la terapia più appropriata e sicura”. La maggioranza dei casi seguiti all’Arcispedale proviene dall’Emilia-Romagna (57%), ma il centro uveiti di Reggio Emilia attira pazienti anche da altre regioni italiane come la Lombardia (10%), il Piemonte (4%), la Campania (5%), la Toscana e la Calabria (3%).

Le novità nel campo dell’immunologia oculare sono numerose sia in campo diagnostico che terapeutico. Nuovi apparecchi sempre più all’avanguardia permettono di indirizzare verso la scelta terapeutica più appropriata. Nuovi farmaci di recente approvati per la cura delle uveiti (come quelli biologici) consentono una terapia più efficace, utile a prevenire le complicanze visive nei pazienti affetti. “Per questo – aggiunge Cimino – è fondamentale formare nuovi esperti di immunologia oculare in grado di gestire sempre meglio gli strumenti a disposizione”. E proprio il supporto da parte delle associazioni di volontariato è fondamentale in questo senso. Durante il convegno l’associazione Simba presenterà le azioni concrete messe in campo per sostenere due giovani ricercatori.