Centoventi neoassunti da inizio settembre nei Centri per l’impiego dell’Emilia-Romagna, di cui 95 previsti dal Piano di rafforzamento nazionale del ministero del Lavoro – che la Regione ha voluto anticipare stanziando risorse dal Fondo sociale europeo – e 25 grazie a un ulteriore investimento regionale per aumentare il collocamento delle persone con disabilità.

“A chi si ostina a dire che i Centri per l’impiego così come sono non funzionano- commenta l’assessore al Lavoro, Patrizio Bianchi- vorrei ricordare che siamo l’unica Regione ad aver anticipato, al momento, le risorse nazionali previste dal ministero con il Piano di rafforzamento dei servizi per lavoro, mentre con le risorse del Fondo regionale per i disabili ne assumiamo 25 dedicati. Vorrei sottolineare, inoltre, che siamo stati anche la prima Regione, in Italia, a raggiungere l’obiettivo del passaggio dei dipendenti dei Centri per l’impiego dalle province alla Regione. In Emilia-Romagna- aggiunge l’assessore- i Centri per l’impiego hanno un ruolo centrale: qui vengono concordati i patti di servizio con le persone in cerca di occupazione e si erogano prestazioni di politica attiva dedicate ai cittadini in cerca di primo lavoro o di re-impiego”.

Alla fine di settembre, inoltre, partirà lo scorrimento della graduatoria del concorso per procedere a nuove assunzioni che sostituiranno pensionamenti avvenuti nel 2018. In totale, per la fine dell’anno, tra tempi indeterminati e determinati, risulteranno assunte complessivamente 133 persone, così distribuite: 27 a Bologna, 36 a Modena, 12 a Reggio Emilia, 11 a Parma, 18 a Piacenza, 6 a Ferrara, 4 a Forlì-Cesena, 7 a Ravenna e 12 a Rimini.

I Centri per l’impiego in Emilia-Romagna, cos’è cambiato
Dal 1 giugno 2018 sono diventati dipendenti dell’Agenzia regionale per il lavoro, e cioè dipendenti regionali a tutti gli effetti, i 464 lavoratori dei Centri per l’impiego dell’Emilia-Romagna, fino a quel momento dipendenti delle amministrazioni provinciali. Per 35 di loro, a tempo determinato, la Regione ha avviato la stabilizzazione. A questi, si è aggiunto il concorso che ha portato alle nuove assunzioni.

La riforma dei servizi per il lavoro
La Regione Emilia-Romagna, in attuazione del Patto per il Lavoro, ha avviato da tempo un complesso processo di riforma dei servizi per il lavoro, con l’obiettivo di migliorarne la qualità e l’efficacia e rendere capillare l’erogazione a livello territoriale. Tra le principali azioni realizzate c’è l’istituzione dell’Agenzia regionale per il lavoro, con il compito di dirigere i servizi pubblici per il lavoro, precedentemente di competenza delle Province, per superarne il frazionamento, uniformare i comportamenti e gli obiettivi e rafforzare le prestazioni erogate a persone e imprese. Passo successivo, il trasferimento all’Agenzia del personale dei Centri per l’impiego, come momento chiave della riforma.

Nei mesi scorsi è stato introdotto l’accreditamento per i servizi per il lavoro, aprendo anche ai soggetti privati, per ampliare la platea di chi può sostenere le persone nella ricerca dell’occupazione. L’Emilia-Romagna prevede due differenti tipi di servizi: prestazioni di politica attiva per le persone e per datori di lavoro (8 milioni di euro le risorse messe a disposizione dalla Giunta) e prestazioni per l’inserimento lavorativo e l’inclusione delle persone fragili e vulnerabili (come definito dalla legge regionale 14/2015, 20 milioni di euro le risorse messe a disposizione dalla Giunta). Questo il percorso che ha accompagnato la nascita della Rete Attiva per il Lavoro, coordinata dall’Agenzia regionale per il Lavoro (avviata a novembre 2017) e costituita dai servizi pubblici e privati accreditati.