Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia, dott.ssa Salvi, sono partite nel 2017 a seguito dell’arresto, in flagranza di reato, di un ventunenne albanese sorpreso a detenere oltre 200 grammi di cocaina. L’attenzione della Squadra Mobile si era focalizzata, in particolare, sul fatto che il 21enne fosse appena arrivato in Italia, non avesse formalmente contatti a Reggio Emilia e, nonostante questo, fosse riuscito, in pochi giorni, ad avere disponibilità di telefoni, alloggio ed un quantitativo così rilevante di droga. L’ipotesi investigativa era quella che il giovane agisse in concorso con qualcuno che ne coordinava le mosse.

Le indagini, protrattesi per alcuni mesi, hanno permesso di fare luce su un vasto traffico di sostanza stupefacente, tipo cocaina, a Reggio Emilia. In particolare venivano individuate alcune utenze dedicate all’attività di spaccio, che però venivano passate in consegna a vari utilizzatori che, per così dire, ereditavano l’attività di spaccio.

Nel corso delle indagini si individuava nella figura di X.B., 41enne kosovaro il punto di riferimento dei alcuni giovani spacciatori che venivano coordinati, e forse reclutati dall’uomo. In particolare nel novembre 2017, in un fabbricato rurale sito in via Ancini, venivano tratti in arresto i due “cavallini” di K.B.e, cioè, i due giovani albanesi che erano deputati al trasporto dello stupefacente: A.S. 29 anni e D.C. di 28 anni. Nella circostanza, interrati nell’adiacente campo, venivano rinvenuti oltre 150 grammi di cocaina.

L’indagine consentiva di individuare nel pusher F.S., allora 38enne, tunisino – anch’egli destinatario della odierna misura cautelare – particolarmente attivo sulla piazza reggiana capace di cedere, al minuto, 100 grammi di cocaina a settimana. Cocaina che acquistava dagli emissari del kosovaro, ovvero da un cittadino marocchino, R.N. 36enne, anch’egli destinatario dell’odierna misura.

Nel corso delle indagini, complessivamente, venivano operati sette arresti – di cui due differiti – in flagranza di cessione o detenzione di stupefacente e venivano chiuso, con provvedimento del Questore (ex art. 100 TULPS), un bar nella disponibilità di X.B. dove si effettuava l’attività di spaccio.

Al kosovaro, infine, viene contestata una tentata estorsione in danno di un cliente, reo di non avere ottemperato, integralmente, al pagamento di una partita di cocaina.