Un po’ spettacolo teatrale, un po’ conferenza e un po’concerto: è “Donne che storia. L’ora delle cittadine”, l’history telling sul protagonismo femminile nel Novecento modenese che andrà in scena, a ingresso libero, questa sera – lunedì 4 giugno – alle 21 al Teatro San Carlo in occasione delle celebrazioni per il 2 giugno che ricordano la nascita della Repubblica, l’elezione dell’Assemblea Costituente, e il primo voto delle donne sul piano nazionale.

Scritta e raccontata da Giovanni Taurasi, interpretata e recitata da Elisa Lolli e Maria Giulia Campioli, cantata e suonata da Francesco Grillenzoni e Stefano Garuti, con la partecipazione della poetessa dialettale Iolanda Battini, “Donne che storia” si basa sulle ricerche di Natascia Corsini del Centro documentazione donna e dello stesso Taurasi dell’Istituto storico di Modena. Tutto nasce da un antico orologio i cui ingranaggi inceppati da tempo riprendono all’improvviso a funzionare per raccontare, anche con ironia, una storia di donne che risale a molti anni fa.

La serata sarà aperta dai saluti dell’assessore alla Cultura e alla Scuola del Comune di Modena Gianpietro Cavazza, Silvana Borsari, consigliera di amministrazione della Fondazione Cassa di risparmio di Modena, e Vittorina Maestroni, presidente del Centro documentazione donna.

La performance “Donne che storia” è promossa da Centro documentazione donna e Istituto Storico di Modena con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e il patrocinio del Comune del Modena e rientra nel progetto “#cittadine. I segni nelle comunità e sulle città” nato per celebrare i settantesimi che si sono succeduti tra il 2016 e il 2018 – il primo voto delle donne italiane, la nascita della Repubblica e della Carta Costituzionale – andando ad approfondire i primi anni della Ricostruzione nella provincia modenese, attraverso la novità della presenza femminile nella sfera pubblica, sia economica che politica.

L’history telling è realizzato nell’ambito di un progetto culturale promosso da attori, musicisti e storici per raccontare il Novecento attraverso i linguaggi dell’arte e dello spettacolo, senza trascurare la dimensione storica e letteraria. Una miscela di emozioni e memorie e brani di cantautori italiani (da Fabrizio De Andrè, da Edoardo Bennato a Ivano Fossati) e della tradizione popolare suscitano emozioni nello spettatore e lo conducono nel passato per comprendere il presente.