La notizia è nota, ma non con la diffusione che meriterebbe, visto che avrà un impatto pesante su tutte le imprese, grandi e piccole, anche se saranno queste ultime a pagarne più pesantemente gli effetti. Stiamo parlando della fatturazione elettronica, che dal 1° gennaio 2019 sarà obbligatoria nelle transazioni commerciali tra tutte le imprese, comprese quelle che operano con i privati. Una novità che non è azzardato definire epocale e che sarà anticipata, il 1 luglio 2018, dall’obbligatorietà della fatturazione elettronica per le aziende distributrici di carburante e per i subappaltatori.

“Va da sé che questa novità – sottolinea Giuseppe Borri, consulente fiscale di CNA – impatterà in modo pesante sulla gestione amministrativa delle imprese, se pensiamo che ad oggi solo un 5% delle aziende utilizza, peraltro spesso in modo solo parziale, la fatturazione elettronica”.

“Dal punto di vista operativo – continua Borri – questa norma obbligherà le imprese a redigere le proprie fatture in un formato elettronico – definito XML – che verrà inviato attraverso la piattaforma (SDI) dell’Agenzia delle Entrate, la quale potrà così tracciare ogni transazione economica, analogamente a quanto avviene oggi per le spese mediche, ad esempio”.

“Questa nuova modalità ha sicuramente il condivisibile obiettivo di contrastare l’evasione fiscale, ma metterà a dura prova le imprese, in particolare quelle di piccola e media dimensione, che si troveranno ad affrontare un termine perentorio senza neppure avere avuto a propria disposizione un periodo di sperimentazione, peraltro essendo quest’obbligo ancora sconosciuto alla stragrande maggioranza delle imprese. Inoltre ci chiediamo cosa potrebbe accadere se il sistema dell’Agenzia delle Entrate dovesse arrestarsi o solo presentare malfunzionamenti. Le conseguenze sarebbero fatture insolute, deduzioni iva ritardate, per fare solo due esempi. In altre parole, conseguenze operative e concrete pesantissime e francamente intollerabili”, denuncia Alberto Papotti, Segretario di CNA Modena.

“In ogni caso – continua Papotti – ci siamo organizzati per non lasciare le imprese da sole ad affrontare questo adempimento allestendo un servizio a misura di imprese. Per le aziende meno strutturate, infatti, siamo in grado di curare la redazione e l’invio delle fatture elettroniche, mentre per le imprese più autonome sotto il profilo amministrativo mettiamo a disposizione piattaforme adeguate ed i necessari processi formativi”.

In ogni caso, l’Associazione si sta muovendo anche per l’introduzione di correttivi necessari a mitigare l’impatto di questo adempimento. Innanzitutto il rinvio della scadenza fissata per l’1 gennaio 2019, poi l’introduzione di un periodo di sperimentazione per testare l’intero sistema.

CNA chiede, inoltre, che venga costruito un metodo di recapito alternativo alle fatture elettroniche, nel caso si blocchi il sistema dell’Agenzia delle entrate, oltre ad altre semplificazioni di natura tecnica che non stravolgono il senso e l’obiettivo della fatturazione elettronica.