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Dal creatore di Google Maps 3D all’ideatore di Google Street View, che oggi dirige il laboratorio per la guida autonoma di Lyft, il maggior concorrente di Uber, fino al Direttore del Laboratorio di ricerca di Amazon Go, l’innovativo progetto del colosso del commercio elettronico di supermercati senza casse ne cassieri, dove tutto è affidato a sensori e telecamere. E ci saranno anche esponenti di Facebook, Microsoft, di Adobe e delle prestigiosissime università statunitensi quali Berkeley, MIT e Georgia Tech.

Sono alcune delle menti più brillanti nel panorama mondiale della visione artificiale che arriveranno in Italia da martedì 29 a giovedì 31 maggio per riunirsi tutti all’ “International Workshop on Computer Vision”, un congresso a porte chiuse sulle principali tematiche del settore, dall’intelligenza artificiale alla computer grafica, passando per la realtà aumentata, che si terrà all’Hotel Canalgrande di Modena, e che gode del patrocinio di Unimore.

Gli organizzatori scientifici dell’evento sono i Gerard Medioni di USC ed Amazon e Ramin Zabih di Cornell Tech e Google Research, coadiuvati dallo staff di Unimore impegnati su queste tematiche d’avanguardia, che comprende Rita Cucchiara, Costantino Grana, Roberto Vezzani e Simone Calderara, tutti afferenti al DIEF – Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari”.

“Il nostro laboratorio Aimagelab – commenta la prof.ssa Rita Cucchiara del DIEF di Unimore – sta lavorando su molti progetti di ricerca  in Visione artificiale e nella progettazione di nuove architetture di Deep Learning, le tecnologie più avanzate dell’Intelligenza artificiale moderna. Abbiamo attivi un laboratorio congiunto con Ferrari RedVision sull’uso della Visione nell’autoveicolo e con Panasonic per supporto all’autonomous driving. Lavoriamo inoltre per applicare l’AI all’Arte con un nuovo progetto che nasce in collaborazione con Gallerie estensi e le scuole di Modena grazie alla Fondazione FCRMO e da sempre operiamo nella sorveglianza e nella sicurezza. Ad esempio stiamo ricostruendo con reti artificiali il volto delle persone, a partire da informazioni solo di profondità. Vorremmo utilizzarle per riconoscere le persone al buio. Su questo stiamo lavorando per un brevetto d’ateneo”.

“Ancora una volta, grazie alla riconosciuta competenza dei colleghi, è stato possibile portare a Modena ricercatori di punta del settore informatico – aggiunge il prof. Costantino Grana, Presidente dei CdS in Ingegneria Informatica – e consentire ad alcuni giovani ricercatori di venire a contatto con le più recenti idee e tecnologie. Le ricadute su tutti gli studenti sono testimoniate dal continuo aggiornamento dei programmi e dei curricula dei Corsi di Studio in Ingegneria Informatica, sia triennale, sia magistrale”.

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