Sciopero generale provinciale della Cgil di Modena con astensione dei settori pubblico e privato giovedì 10 maggio 2018. Lo sciopero provinciale sarà di 8 ore (o per l’intero turno di lavoro) ed esteso ai lavoratori di tutti i settori, pubblico e privato.
Lo sciopero dà continuità alla mobilitazione Cgil del 2 dicembre scorso e rivendica diversi temi: dalla riforma delle pensioni agli ammortizzatori sociali, dal contrasto alla precarietà alla rivendicazione del lavoro per i giovani, sino alla lotta ad illegalità ed appalti irregolari, e al contrasto di crisi e chiusure di aziende sul territorio.

E’ prevista una manifestazione in città, con corteo in partenza alle ore 9.30 dalla sede di Maserati Auto (via Ciro Menotti) sino a raggiungere la sede di Confindustria Modena (viale Bellinzona) dove si terrà un comizio conclusivo di Manuela Gozzi segretario generale Cgil Modena.
Maserati è stata scelta come azienda simbolo proprio per l’incertezza sul sito produttivo visto che non si conoscono i modelli di auto da produrre nei prossimi mesi per rilanciare lo stabilimento del Tridente modenese, che anzi vede restringersi gli spazi produttivi e calare gli occupati in produzione.
Anche la scelta della sede di Confindustria è emblematica, perché si vuole richiamare l’associazione d’impresa a responsabilità sulla tutela del patrimonio industriale e la salvaguardia dell’occupazione, a fronte di chiusure di stabilimenti da parte di multinazionali e non solo, sfruttamento e appalti irregolari, crisi aziendali.

Fra gli altri temi dello sciopero provinciale vi è il contrasto alla riforma Fornero delle pensioni e la rivendicazione del lavoro per i giovani, a fronte di scelte in legge di Stabilità inadeguate ad imprimere un cambiamento alle politiche industriali e al rilancio del mercato del lavoro. La seconda fase della trattativa governo-sindacati sulle pensioni dello scorso autunno, non ha dato risposte adeguate sui diversi temi della piattaforma, in particolare su adeguamento dell’aspettativa di vita e sull’uscita flessibile alla pensione e una pensione contributiva di garanzia per i giovani.

Inoltre, la Cgil chiede di rivedere gli ammortizzatori sociali perché, a fronte di chiusure opportunistiche di multinazionali o di crisi aziendali, sono insufficienti a gestire le ricadute occupazionali, anche a causa degli ultimi tagli del Governo.

La Cgil chiede ancora che a Modena si affermi un modello di sviluppo basato sulla legalità e un maggior controllo del sistema degli appalti, che spesso sono irregolari e fondati sullo sfruttamento del lavoro come ha evidenziato la stessa vertenza Castelfrigo.

Si chiede anche un’attenzione al lavoro femminile che rischia di essere svalorizzato e di non poter esprimere le proprie potenzialità come dimostra il record delle dimissioni delle neo-mamme (25.000 a livello nazionale) secondo gli ultimi dati a disposizione.
Fondamentale anche il rilancio del welfare pubblico come strumento di redistribuzione della ricchezza e per mitigare le differenze sociali, che la Cgil mette al centro delle piattaforme per la contrattazione territoriale.