“Modena ed il suo territorio non hanno bisogno di nuovi supermercati. Ma di regole volte a riequilibrare la rete commerciale. Oggi in una situazione di grave squilibrio che sta danneggiando solamente centri ed esercizi di vicinato esistenti.” L’appello arriva da FIESA-Confesercenti Modena per voce del suo presidente provinciale – oltre che componente della Presidenza Nazionale di FIESA e Presidente Nazionale di Assofrutterie – Daniele Mariani. Mariani e così FIESA, sono pronti a lanciare una petizione, tra gli esercenti e i cittadini volta a sensibilizzare la politica locale ed i parlamentare recentemente letti.

“Siamo assolutamente contrari – aggiunge Mariani – all’apertura di nuove medie grandi strutture di vendita che significherebbero solamente nuove chiusure, incremento del lavoro precario ed altre desertificazioni di parti della città. Dev’essere per contro e prioritario, la riqualificazione e valorizzazione delle rete esistente e delle piccole attività commerciali, attraverso lo stanziamento di risorse, la semplificazione burocratica e fiscale ed il superamento delle liberalizzazioni introdotte dal governo Monti ad oggi un danno incalcolabile per la tenuta del tessuto commerciale ed economico.”

Alla base delle riflessioni di Mariani c’è la situazione di precarietà che continua a caratterizzare il commercio di vicinato, ancora lontano dall’aggancio della cosiddetta ripresa. Aggravata oltretutto da un avvio d’anno certamente non roseo per i commercianti e con le vendite in calo rispetto al 2016 (dati ISTAT Nazionali, I° trimestre 2018): sia in termini di volumi che di valore. A ciò va aggiunto il saldo negativo tra le Micro e Piccole e Medie imprese (MPMI) di vicinato che continuano a chiudere. Le cause sono molteplici, ma a salire sul banco degli imputati sono: i provvedimenti di deregolamentazione targati Monti in tema di: orari, aperture domenicali; la liberalizzazione dei vincoli urbanistici che hanno contribuito ad affossare il commercio di prossimità in particolare del settore alimentare a favore della GDO; il potere di acquisto delle famiglie invariato, rispetto al periodo prima della crisi, e calato tra i giovani è calato, la diffusione di occupazione precaria e l’incremento degli indici di povertà, anche nella nostra provincia. “In questo contesto si continuano però ad autorizzare aperture di supermercati del settore alimentare che danneggiano i negozi di prossimità – riprende Mariani – E ogni volta che un supermercato apre, chiudono i negozi di prossimità, si desertificano vie e piazze aumenta la diffusione di degrado e microcriminalità. Per questo pensiamo sia giunto il momento di dire basta.”

“La politica non può essere subalterna rispetto al potere dei potentati economici ed alla sua traduzione pratica nelle liberalizzazioni della Direttiva Bolkestein. Nessuno vuole un ritorno al passato: con la petizione che lanceremo, chiediamo regole, che rendano il mercato più equilibrato, ed aiutino le piccole e medie imprese del settore a reggere meglio la concorrenza. I tempi lo richiedono e il confronto che auspichiamo il prima possibile sia con la politica locale che con quella nazionale, non può più essere rimandato. Occorre una nuova legge sul commercio in cui vanno rivisti orari ed aperture domenicali; che destini più risorse al commercio di prossimità, che punti alla riqualificazione dei supermercati e delle strutture esistenti e non a nuove aperture, che preveda una tassazione adeguata per il commercio online”, conclude Mariani.