Valorizzare il ruolo e la partecipazione dei medici specialisti nelle strutture territoriali, a partire dalle Case della Salute, per migliorare ulteriormente la continuità dell’assistenza e la gestione dei tempi di attesa di visite ed esami.
Con questo obiettivo la Regione Emilia-Romagna e le Organizzazioni sindacali di specialisti ambulatoriali interni, veterinari e altre professionalità sanitarie (biologi, chimici, psicologi) hanno siglato il nuovo accordo integrativo regionale. L’accordo si inserisce nell’ambito della riorganizzazione dell’assistenza territoriale prevista dall’intesa della Conferenza Stato-Regioni del 2015, la quale va in una precisa direzione: dare nel territorio risposte assistenziali appropriate ed efficaci alternative all’ospedalizzazione, a partire da una sempre maggiore integrazione tra i professionisti e i servizi.

“Dopo molti anni dal precedente- sottolinea l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi- abbiamo firmato un accordo che riconosce ruolo e competenze ai medici specialisti nelle strutture territoriali. É un risultato importante per i nostri professionisti ed è importante perché favorisce l’integrazione con i medici e i pediatri di famiglia e con i medici ospedalieri. Più integrazione significa intervenire sulla qualità dell’assistenza, andare verso i bisogni dei cittadini. E- chiude Venturi- significa gestire sempre meglio i tempi di attesa delle visite e degli esami ambulatoriali”.

Con questo accordo nascono le figure del referente dell’Aggregazione funzionale territoriale (Aft), di coordinatore dell’Unità complessa di cure primarie (Uccp), del referente aziendale per quelle Ausl che non lo avevano previsto in precedenza, e viene rafforzato il ruolo del responsabile di Branca. Tutte figure che l’Azienda Usl individua in base alla propria programmazione sanitaria, con compiti di pianificare, con i direttori dei Dipartimenti di riferimento, l’attività specialistica ambulatoriale, definire i percorsi diagnostici terapeutici e di coordinare l’attività dei colleghi. Gli specialisti agiranno all’interno di nuovi raggruppamenti mono-professionali previsti dall’Accordo collettivo nazionale: le Aggregazioni funzionali territoriali che le Aziende Usl devono istituire entro quest’anno (dopo l’approvazione del regolamento aziendale che recepisce l’accordo integrativo). Tali Aggregazioni opereranno, appunto, con medici e pediatri di famiglia e con i medici ospedalieri all’interno delle Case delle Salute (o delle altre Unità complesse di cure primarie previste dalla riorganizzazione dell’assistenza territoriale). E il referente dell’Aggregazione concorrerà, per esempio, a coordinare l’assistenza ambulatoriale negli ambulatori del territorio, a domicilio, nelle strutture residenziali.

Soddisfazione per l’intesa raggiunta viene espressa anche dal segretario del Sindacato unico di medicina ambulatoriale dell’Emilia-Romagna (Sumai ER), Pietro Procopio. “Il nuovo accordo- afferma il segretario- propone un nuovo modello della specialistica territoriale, che ha l’obiettivo di dare risposte certe, veloci e di qualità ai bisogni dei cittadini e dei medici specialisti, aiutando ad abbattere le liste d’attesa con la presa in carico del paziente cronico e dei pazienti molto fragili con diverse patologie”.

In Emilia-Romagna sono circa 1.100 gli specialisti ambulatoriali impegnati nelle strutture territoriali: negli ultimi anni hanno partecipato attivamente alla costruzione di percorsi integrati per la gestione di persone con diabete o con scompenso cardiaco o con altre malattie croniche e sono sempre più coinvolti nei percorsi assistenziali su problematiche specialistiche specifiche all’interno delle Case della Salute.