I costruttori della provincia di Modena giudicano complessivamente positivi gli indirizzi contenuti nella legge urbanistica regionale. Tuttavia, la recente delibera del Comune, che sospende l’efficacia delle procedure relative agli interventi e alle convenzioni urbanistiche già avviate, e in parte approvate, preoccupa perché potrebbe preludere alla ridiscussione retroattiva di decisioni urbanistiche già assunte.

Le associazioni edili della provincia di Modena prendono posizione sulle tematiche più delicate che riguardano lo sviluppo urbanistico di Modena nei prossimi anni.

 

Ritengono infatti che «la legge urbanistica regionale andrà a regolamentare per il prossimo futuro il governo del nostro territorio, mediante un nuovo strumento urbanistico, il Piano urbanistico generale (Pug), con l’obiettivo di creare una maggiore attrattività delle città anche attraverso la rigenerazione urbana. Nel periodo transitorio necessario alla formazione del Pug, massimo tre anni, si consentirà ai Comuni di completare l’iter approvativo di tutti i piani urbanistici adottati prima della entrata in vigore della legge stessa e di dare attuazione a ciò che fino a oggi non si è realizzato per gli eccessivi vincoli e la lunghezza delle procedure».

«Giova comunque evidenziare», continuano le associazioni edili, «come la legge sia fortemente orientata al sostegno allo sviluppo e all’occupazione, consentendo di non computare, nel tetto del 3% di impiego di nuovo suolo sino al 2050, alcuni interventi strategici quali opere sovracomunali di interesse pubblico, insediamenti produttivi di rilievo regionale, ampliamenti di attività produttive esistenti, nuove previsioni edificatorie non residenziali realizzate a fronte di corrispondenti quote di territorio urbanizzato reso permeabile, espansioni previste dai piani vigenti la cui attuazione sarà avviata nel periodo transitorio».

«Appare inoltre evidente la volontà del legislatore di contemperare consumo del suolo, benessere ambientale, sviluppo sociale e attrattività economica. Risulta pertanto non secondario il ruolo e il contributo dell’edilizia residenziale, sia privata che sociale, volta al soddisfacimento delle nuove esigenze in termini di sicurezza sismica e di risparmio energetico, delle variate dinamiche demografiche che hanno fortemente modificato la composizione della famiglia».

In questo contesto, il periodo transitorio previsto dalla legge urbanistica regionale «deve avere anche lo scopo di tutelare le legittime aspettative degli investitori, sorte con l’acquisizione, negli ultimi anni, di aree in Psc in attesa dell’approvazione dei nuovi Pug da parte delle amministrazioni comunali, e di sostenere lo sviluppo di un settore, quello delle costruzioni, dalla filiera lunghissima che produce oltre l’8% del Pil regionale e anche nazionale, e che ha perso durante questa crisi circa 600mila posti di lavoro».

«Preoccupa la recente delibera con cui il Comune di Modena potrebbe intervenire in modo retroattivo su decisioni urbanistiche già prese, minando alla base la certezza dei diritti acquisiti e la stessa attrattività della città per gli investitori. Tutto questo potrebbe comportare, nel breve periodo, incertezza e problemi occupazionali e, nel medio-lungo periodo, decrescita economica e malessere sociale».

Per questo motivo l’imprenditoria edile modenese invita «giunta e consiglio comunale a mantenere coerente e salda la visione dello sviluppo della città, nell’interesse di tutti e nel rispetto delle decisioni prese. Questa coerenza deve essere perseguita fino in fondo, in attesa che il nuovo Pug possa essere uno stimolo per l’amministrazione per vincere la sfida di migliorare rapidamente la qualità del vivere e per ridare forza all’economia e ai comparti produttivi strategici per il territorio modenese, sia dal punto di vista degli investimenti che dell’occupazione».