Durante un’ispezione veterinaria, finalizzata alla profilassi della tubercolosi bovina, un veterinario si è ritrovato un forcone puntato alla gola per aver avuto la “colpa” di chiedere all’allevatore dove fosse il box di un vitello di età inferiore che all’atto dell’ingresso nella stalla aveva trovato legato con una fune ad una transenna. “A casa mia faccio quello che voglio” ha urlato l’allevatore che dalle parole è passato ai fatti imbracciando un forcone a tre punte puntandolo alla gola del veterinario.

L’intervento di un collega del veterinario, frappostosi tra i due, ha di fatto impedito ulteriori conseguenze con i due medici che, “aderendo all’invito” dell’allevatore andavano via dando l’allarme ai carabinieri di Poviglio. L’allevatore, un 60enne reggiano, si è presto ritrovato in caserma, dove i carabinieri di Poviglio, accertati i fatti, lo denunciavano alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia con le accuse di interruzione di pubblico servizio e minaccia aggravata.

Il grave episodio intimidatorio, fortunatamente senza conseguenze, si è verificato all’interno di una stalla di un’azienda agricola del comune di Poviglio dove due veterinari, dell’ASL di Reggio Emilia, si recavano al fine di espletare la profilassi contro la tubercolosi bovina. All’atto dell’ispezione uno dei due veterinari, avendo trovato al centro del corridoio della stalla, un vitello di età inferiore aio 6 mesi legato con una fune chiedeva dove si trovasse il box. Una richiesta che ha inspiegabilmente mandato su tutte le furie l’allevatore portandolo a macchiarsi della grave minaccia. Quindi l’allarme ai carabinieri da parte dei due veterinari, costretti a lasciare la stalla, e la conseguente denuncia dell’uomo in ordine ai citati riferimenti normativi violati.

(immagine repertorio)