Incuranti della presenza di alcuni cittadini hanno girovagato in un parcheggio di via Filangeri in città, soffermandosi a guardare all’interno degli abitacoli delle auto in sosta con lo scopo di verificare la presenza di beni da razziare. Gli occhi indiscreti di chi ha assistito al raid furtivo dei due topi d’auto, si è rilevato estremamente proficuo per le indagini dei carabinieri della stazione di Reggio Emilia Santa Croce a cui è bastata la semplice descrizione dei due ladruncoli per indirizzare le loro attenzioni investigative nei confronti di due cugini abitanti a Poviglio, con precedenti specifici, nei confronti dei quali i militari di via Adua hanno acquisito incontrovertibili elementi di responsabilità che gli hanno incastrati, ivi compresi i riconoscimenti fotografici a cui sono stati sottoposti i testimoni.

Questa la premessa dei fatti che ha visto i carabinieri della stazione di Reggio Emilia Santa Croce denunciare alla Procura reggiana con l’accusa di concorso in furto aggravato due cugini poco più che ventenni abitanti a Poviglio. E’ stato il derubato, un 50enne residente a Reggio Emilia, a presentarsi ai carabinieri denunciando il furto su auto subìto. Secondo quanto riferito dalla vittima ignoti ladri dopo aver infranto il finestrino posteriore della sua autovettura Skoda, che aveva parcheggiato in un area di sosta di via Filangeri a Reggio Emilia, nelle vicinanze dell’ente fiere, asportavano una borsa 24 ore con all’interno un pc portatile. I carabinieri intervenuti sul posto accertavano la presenza di alcuni testimoni che riferivano della presenza di due giovani che guardavano all’interno delle auto in sosta. Giovani che gli stessi “occhi indiscreti” hanno notato armeggiare sull’auto oggetto del furto del computer. Si trattava di ladri ben noti anche ai carabinieri di via Adua giacché dalle semplice, ma minuziosa descrizione delle caratteristiche somatiche dei due ladruncoli, i carabinieri indirizzavano le attenzioni investigative sugli odierni indagati risultati essere due cugini residenti a Poviglio. La prova del nove circa la loro responsabilità nel furto, i carabinieri la ottenevano grazie agli stessi testimoni che in apposita seduta di individuazione fotografica riconoscevano i due ladri negli odierni indagati che venivano per l’appunto denunciati per il reato di concorso in furto aggravato.