La titolare di una sartoria artigianale di via del Triumvirato a Bologna, una signora di 67 anni di nazionalità cinese, è finita nei guai dopo un blitz della Polizia Municipale: nel capannone sede del laboratorio erano infatti impiegate 12 persone, tre delle quali prive del permesso di soggiorno. Non solo: sul retro del laboratorio, attraverso un varco aperto nel muro, si poteva accedere a quattro camere da letto e ad altre cinque ricavate tramite un soppalco.

L’intervento risale alla scorsa settimana, quando si sono recati nella sartoria tre agenti e un ufficiale del reparto Reno-Borgo della Polizia Municipale di Bologna, a seguito di una segnalazione sulla presenza, anche a livello abitativo, di un numero imprecisato di cittadini cinesi. Al capannone si accede da due diversi numeri civici. Entrando dal primo numero civico i vigili trovano un salone adibito a laboratorio con 33 postazioni e altrettante macchine da cucire, due postazioni per la stiratura, una zona mensa. Poi, attraverso un varco nel muro, si accede ai locali riferiti al secondo numero civico: qui si trovano quattro camere da letto più altre cinque soppalcate. Nella sartoria i vigili trovano a lavorare a capi di abbigliamento con il marchio di una nota casa di moda, 12 persone (8 femmine e 4 maschi) tutte di origine cinese, di cui tre prive del permesso di soggiorno. L’immobile, con i due accessi separati, risulta di due proprietà diverse, entrambe riferite a cittadini italiani. Le tre persone senza documenti sono state denunciate a piede libero mentre la titolare della sartoria, rintracciata dai vigili presso la propria residenza, è stata denunciata per l’impiego di lavoratori privi di permesso di soggiorno. Ora le carte sono state trasmesse all’Autorità Giudiziaria. E’ partita anche la comunicazione all’azienda sanitaria per eventuali verifiche igieniche e al Ministero del Lavoro per analizzare la situazione contributiva dei lavoratori.

(immagine di repertorio)