Confesercenti e Confcommercio-Imprese per l’Italia Reggio Emilia intervengono congiuntamente sulle dichiarazioni rese note in questi giorni dal Presidente di CNA Commercio su vendite promozionali e saldi.

«La normativa che regolamenta i saldi ha la funzione di dar valore ai saldi stessi. Siamo sempre alla ricerca di momenti commerciali significativi, ne inventiamo di nuovi o li prendiamo dalle tradizioni di altri paesi: il Black friday, il Single Day, ecc.», spiega Dario Domenichini, Presidente Confesercenti e Fismo: «I saldi, che sono il nostro momento commerciale storico per eccellenza carico di tanta visibilità a livello mediatico, non possono perdere il proprio valore a causa delle vendite promozionali continue che, di fatto, generano solo confusione nei consumatori. Certo –continua Dario Domenichini- la norma è stata in parte disattesa, come lamentano alcuni operatori, a causa dell’approvazione tardiva del procedimento legato al sistema sanzionatorio, approvato e pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Emilia Romagna solo il 27 dicembre 2017, quindi applicabile solo dalla prossima stagione. Alla luce di questo, è un po’ presto dire oggi che la norma non ha avuto gli effetti sperati. Aspettiamo quindi di vedere se le sanzioni saranno un deterrente sufficiente. È chiaro che le leggi hanno senso se le autorità competenti le fanno rispettare a tutti gli operatori. L’alternativa è la completa liberalizzazione con ripercussioni non certo positive per le piccole e piccolissime attività del settore».

«CNA, organizzazione la cui importanza nel settore dell’artigianato non è in discussione, è però ben poco rappresentativa in materia di commercio di abbigliamento -conclude Donatella Prampolini Manzini, presidente di Confcommercio Reggio Emilia- e la normativa di riferimento non è locale ma regionale. Il tema, pertanto, deve essere trattato nelle sedi opportune, in questo caso la Regione e non gli Enti locali reggiani, e dalle organizzazioni di impresa che numericamente e culturalmente rappresentano il settore abbigliamento e calzature: altri tavoli sono, oltreché inutili, privi di legittimazione».