L’inserzionista curava la pubblicazione degli annunci esca su noti siti internet portando avanti via WhatsApp la trattativa, mentre il complice, intestatario della postepay dove finivano i soldi, incassava il danaro delle “vendite fantasma” di play station. In questo modo il duetto di filibustieri, dal capoluogo partenopeo hanno raggirato anche una reggiana che ha risposto all’annuncio concernente la vendita di una play station, che ha pagato 190 euro versando l’intero corrispettivo senza vedersi consegnare la consolle: i due furbastri, incassato il danaro, hanno bidonato l’acquirente non consegnando quanto acquistato e sparendo nel nulla.

Per questo i carabinieri della stazione di San Polo d’Enza, a cui l’impiegata reggiana ha sporto denuncia, a conclusione di mirate indagini telematiche, hanno denunciato per concorso in truffa alla Procura di Reggio Emilia due napoletani. Si tratta di un 43enne risultato l’autore dell’inserzione e colui che ha portato avanti la trattativa e una 32enne intestatario della postepay dove sono finiti i soldi. Le indagini sono partite a seguito della denuncia presentata da una 40enne reggiana che aveva acquistato su un noto sito internet di annunci una play station. Dopo aver intavolato via WhatsApp la trattativa riusciva a concludere l’acquisto della consolle per un importo di 190 euro che versava secondo quanto pattuito sulla postepay indicatagli dal venditore. All’accredito dell’importo non è però corrisposta la consegna della consolle in quanto il venditore spariva nel nulla bidonando la malcapitata reggiana. Materializzato di essere rimasta vittima di una truffa la donna si presentava ai carabinieri di San Polo d’Enza formalizzando la denuncia per truffa. Dopo una serie di riscontri tra l’account di posta elettronica, l’IP del computer utilizzato per l’annuncio trappola, la postepay dove erano stati versati i soldi e l’utenza telefonica con cui veniva concordata la vendita i Carabinieri catalizzavano le attenzioni investigative sugli odierni indagati nei cui confronti venivano acquisiti incontrovertibili elementi di responsabilità in ordine al reato di truffa in concorso per la cui ipotesi di reato venivano denunciati.