«E’ tipico di coloro che sono colti in fallo trincerarsi dietro arzigogoli normativi. Un più limpido e rispettoso per tutti ‘Scusate abbiamo sbagliato’, sarebbe stato nettamente meglio. Ma si sa in questi tempi tristi, anzi  tristissimi data la lugubre capacità inventiva tesa frugare nelle tasche delle famiglie, il gioco dello scaricabarile è un must. Mentre, invece, l’assunzione di responsabilità, a maggior ragione per chi dirige un’azienda pubblica, dovrebbe essere un valore etico. Sempre anche di fronte all’errore.

Siamo contenti di sapere che l’Ausl di Romagna non ha buchi in bilancio, ma allora ci spieghino quale sia la ratio di questa decisione che, lo dico umilmente, non abbiamo ancora capito. Se non, appunto, in una logica di tirare su soldi. Oltretutto se ci fosse una normativa nazionale che obbliga tutte le Ausl a introdurre una simile tassa perché ciò non è avvenuto anche in Emilia? Mistero.

Siamo sentinelle? Certo e lo siamo fieramente perché il compito del sindacato è proprio questo: controllare e verificare l’operato dei decisori, chiunque essi siano, nel mero interesse dei cittadini che sono lavoratori, pensionati, giovani, famiglie e bambini. E quando l’azione di chi decide è iniqua, la Uil non sta zitta.

Il dibattito o meglio il confronto non è mai inutile soprattutto in una democrazia. Se l’Ausl di Romagna ci avesse informato di questa scelta, l’avremmo sollecitata a fare subito carta straccia del provvedimento. Provvedimento che chiediamo venga ritirato non domani, ma oggi, subito. Anche perché non vorremmo, da sentinelle quali siamo, dover denunciare che l’1 gennaio 2018 questa tassa ha già colpito qualche cittadino».