Approvato il bilancio di previsione dell’Assemblea legislativa per il 2018, con proiezione pluriennale 2018-2020. Alla manovra, che, per il 2018, vale 29 milioni di euro, hanno votato ‘sì’ Pd, Si, Misto-Mdp, Ln, Fi e Fdi, mentre ha votato contro il M5s.

“A inizio legislatura- ha dichiarato Simonetta Saliera, presidente dell’Assemblea- abbiamo ricevuto un bilancio da 35 milioni di euro che oggi, grazie a razionalizzazioni e risparmi sui costi di gestione, portiamo a 29 milioni. A fronte di questi risparmi, l’Assemblea ha aumentato i propri investimenti su cultura, arte, valorizzazione del nostro patrimonio artistico-culturale, educazione all’arte, educazione alla cittadinanza attiva attraverso incontri sui diritti, sul dialogo e sul confronto, che hanno visto il coinvolgimento di 40mila studenti ogni anno. La nostra, quindi, è un’Assemblea attiva e aperta ai cittadini”. Le principali novità del bilancio di previsione del parlamento regionale – ha evidenziato il consigliere questore dell’Ufficio di presidenza, Giorgio Pruccoli – sono l’ulteriore diminuzione del costo complessivo dell’Ente, in particolare per quanto riguarda le spese di funzionamento, e il risparmio sui vitalizi degli ex consiglieri, il cui ammontare passa dai 5,5 milioni del 2017 ai 4,9 milioni del 2018. Senza rinunciare alle iniziative socio-culturali che sono proprie del ruolo istituzionale del parlamento regionale. Tale risparmio – ha ricordato Pruccoli – si deve all’entrata in vigore della legge regionale che ha previsto l’innalzamento progressivo dell’età per percepire l’assegno, uniformata, per i consiglieri che non hanno ancora compiuto i 60 anni, a quella per la pensione di vecchiaia dei dipendenti pubblici, e che ha disposto la riduzione dei vitalizi erogati attraverso il contributo di solidarietà per 36 mesi, a decorrere dal 1° giugno 2017 e fino al 31 maggio 2019, nonché il divieto di cumulo con altri istituti analoghi. Per quanto riguarda le entrate, invece, il consigliere questore ha richiamato i fondi trasferiti dalla Giunta (408mila euro) per il funzionamento della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo. “In estrema sintesi- ha affermato Pruccoli- si può dire che il parlamento regionale costa sempre meno”. Per quanto riguarda le spese per incarichi di studio, consulenza, convegni e mostre, il consigliere questore ha sottolineato come l’Ufficio di presidenza abbia fissato precisi tetti di spesa annui – poco più di 174mila euro per “Spese di rappresentanza, organizzazione di manifestazioni e convegni, mostre, relazioni pubbliche, pubblicità” e poco più di 107mila euro per “Incarichi di studi, ricerche, consulenze e collaborazioni coordinate e a progetto” – ma la previsione per 2018 è sensibilmente inferiore a tali limiti massimi. Andrea Bertani (M5s) ha invitato l’Assemblea a non stanziare fondi alla Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, dato il consistente avanzo di risorse accumulato. Inoltre, ha illustrato un ordine del giorno, appena depositato, finalizzato a impegnare l’Assemblea “a non avviare i bandi della Consulta fino alla conclusione delle elezioni politiche, per evitare possibili condizionamenti in campagna elettorale”. A Bertani ha risposto Gian Luigi Molinari (Pd), che riveste la carica di presidente della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, spiegando che l’accumulo di fondi si deve a un problema tecnico che ha determinato il trascinamento da un anno all’altro delle risorse non impiegate. Nel 2018 – ha evidenziato – saranno pubblicati una serie di bandi, per cui il budget di spesa troverà ampio impiego. Per quanto concerne la tempistica dei bandi, ha respinto con fermezza possibili ricadute politiche ed elettorali dell’attività della Consulta: “Ha natura istituzionale- ha ribadito Molinari- quindi opera in modo imparziale”. Galeazzo Bignami (Fi) è intervenuto nel dibattito sulla Consulta invitando alla massima attenzione, non tanto nella emanazione dei bandi, “fase nella quale- ha affermato- l’onestà e la trasparenza del presidente Molinari e degli uffici della Regione non desta preoccupazioni”, ma nella fase di utilizzo delle risorse nei territori, “momento in cui- ha rimarcato il forzista- in passato taluni soggetti hanno agito in modo non sempre ortodosso”. Gian Luca Sassi (M5s), nel rassicurare il presidente Molinari circa la fiducia dei pentastellati sulla sua persona e sulla sua modalità di conduzione della Consulta, ha però riaffermato l’opportunità di avviare i bandi dopo le elezioni proprio per non prestare il fianco a speculazioni politiche. A Sassi ha replicato Alessandro Cardinali (Pd) che ha sottolineato come la natura e le finalità istituzionali della Consulta ne determinino un agire improntato all’imparzialità, argine a qualunque deriva politica. Ha concluso il dibattito l’altro consigliere questore dell’Ufficio di presidenza, Tommaso Foti, che, nel ricordare come l’utilizzo delle risorse sia stato oculato e rigoroso nonché finalizzato a conseguire il massimo contenimento dei costi, ha giudicato limitativo concentrare la discussione sui costi della Consulta. Nel merito, ha espresso preoccupazione non tanto sull’imparzialità e sulla trasparenza con cui opera, ma sulla reale partecipazione dei soggetti ai bandi. Infine, ha evidenziato il problema della non completa autonomia dell’Assemblea legislativa dalla Giunta, in particolare per quanto riguarda la gestione diretta dell’edificio che ospita il parlamento regionale e del personale che afferisce all’Assemblea. “La diversità delle funzioni in capo a Giunta (organo esecutivo) e Assemblea (organo legislativo)- ha rimarcato Foti- richiedono un’autonomia piena di ciascuna delle due. Per quanto riguarda il parlamento regionale, quindi, è tempo di colmare il divario”