Doppia replica per Il Custode di Harold Pinter in programma al Drama di Modena sabato 2 dicembre alle 21 e domenica 3 alle 18, presentato da Gli esecutivi dello spettacolo e la Compagnia degli scarti (nella rassegna La corsa di fuochi).

Un ripostiglio in scena. Umido e lurido, pieno zeppo di cianfrusaglie, con pareti come calamite che attirano ferraglie dalla strada. Pochi metri quadrati insidiati da spigoli feroci, infiltrazioni d’acqua e fughe di gas. Nel tugurio vivono tre uomini. Uno sembra esserne il proprietario, un altro, il fratello, ci vive e se ne prende cura, un barbone ci arriva come ospite. Temporali improvvisi e forti grandinate danneggiano il tetto, i muri, gli armadi, perché l’acqua è “ignorante” ma le tre anime sono resistenti, ognuna determinata ad assicurarsi il controllo di quel luogo.

Il Custode, con tre attori d’eccezione (Gianluca Balducci, Luca Stetur e Francesco Pennacchia, che ha curato anche la regia) allude al nostro DNA più intimo, parabola di devianza che risucchia ogni normalità. Il tutto scandito da una partitura sonora e luminosa semplice ed efficace (rumori di attrezzi, lampadine elettriche, acqua che gocciola in un secchio). A dare forma a questa parabola è l’ acuta sensibilità nei confronti dei particolari insignificanti, su cui Pennacchia passa una lente d’ingrandimento sorretta da un’ottima recitazione. Il linguaggio (pugliese stretto per Jenkins/McDavis il barbone) è un’arma affilata contro il sistema, ma anche semplice contenitore di umanità, capace di estrarre momenti esilaranti come contrazioni di rara poesia. Pinter amava assoldare cavie umane, rinchiuderle in laboratori scenici e, di fronte all’occhio vigile degli spettatori, sottoporle a esperimenti crudeli, per dimostrare a sé e al pubblico la funzione del teatro e delle sue situazioni come forma sintetica dei rapporti sociali. Che l’attore fosse alla guida del processo di creazione all’interno del lavoro di Pinter, allora come ora, non è mai stato in dubbio. Nelle messinscene delle sue commedie, la sfida lanciata al regista è sempre stata quella di costruire una ruota ben oliata e agile nel girare, dentro alla quale i topi-attori potessero mettersi a correre senza accorgersi di star faticando a vuoto. Sempre presente, in Pinter, la rappresentazione di un tempo e, ancor più, di uno spazio estremamente limitati. Personaggi cresciuti in cattività costretti a mordersi l’un l’altro la coscienza per litigarsi centimetri di gabbia. In questo circo di miserabili la vittima di Il custode è proprio il barbone, il miserabile per antonomasia, quello che tenta di nascondersi dietro ad un atteggiamento di “povero per scelta”, e che finisce per smarrirsi in una semplice considerazione: c’è qualcuno messo peggio di lui. Ogni volta un piccolo e sorprendentemente sottile gioco di società. Gioco al massacro. A proposito si chiede il regista: Voi, avete controllato il tetto dei vostri tuguri? Per ora non piove, ma mette brutto.

La corsa di fuochi rientra nel progetto Andante finanziato da Fondazione Cassa di Risparmio di Modena. Comune di Modena, Regione Emilia Romagna. Per prenotare: info@dramateatro.it / 328 1827323. Abbonamenti: Quartetto (4 spettacoli a scelta) e Card Duo (4 ingressi per 2 persone alla volta).