“Per fortuna alla fine è andato tutto bene”. È questa l’unica cosa certa contenuta nella ricostruzione di un parto “rocambolesco” avvenuto a Sassuolo il 4 ottobre scorso e reso noto oggi (28 novembre) dallo Studio 3A. Con una nota diffusa anche ai mass media, lo Studio 3A, per conto della coppia di Maranello protagonista dei fatti, ha scelto di ricostruire la vicenda imputando all’Ospedale di Sassuolo responsabilità e mancanze molto gravi. E l’Ospedale risponde nel merito:

“Alle ore 00.34 minuti del 4 ottobre 2017 la signora R.I. di 39 anni viene visitata in Ostetricia e Ginecologia in ospedale a Sassuolo perché prossima al parto. La futura mamma viene sottoposta al tracciato, a una ecografia e ad una visita da parte dell’ostetrica di turno e di un medico ginecologo.

Dai controlli effettuati, in linea coi protocolli regionali, emerge che la signora, nonostante esista un’attività contrattile irregolare, non è ancora entrata in travaglio. E per questo motivo le viene chiesto se preferisce attendere in osservazione in ospedale o se preferisce tornare a casa. È la donna quindi che sceglie di tornare al proprio domicilio. D’altro canto, secondo la consolidata pratica clinica, ostetrica e medico lasciano libera scelta alla paziente. Nel rispetto della decisione presa dalla signora, gli operatori sanitari la avvertono quindi che in caso di contrazioni più intense, di perdite ematiche, di scarsa percezione dei movimenti fetali e di perdita di liquido amniotico, deve subito tornare in ospedale. Nel confermarle una situazione clinica priva di particolari criticità, le spiegano che è difficile stabilire i tempi esatti dell’evoluzione del travaglio e che le contrazioni sono soltanto i prodromi che potrebbero durare anche giorni. A questo punto, a differenza di quanto riportato, la signora non viene “dimessa” (non era infatti mai stata ricoverata) ma semplicemente, su sua libera e consapevole scelta, torna a casa in attesa dell’evoluzione del travaglio”.

“Tutto quello che è avvenuto in seguito – prosegue l’Ospedale di Sassuolo – ovvero l’intervento di mezzi di soccorso di AVAP, 118 e Croce Rossa, compreso il parto in ambulanza, non sono di diretta gestione dell’Ospedale di Sassuolo. Pertanto l’Ospedale smentisce quanto sostenuto da Studio 3A nella sua ricostruzione, negando la presenza di personale ostetrico, infermieristico o medico della struttura sulle ambulanze. All’Ospedale non risulta inoltre nessuna chiamata né da parte dei genitori né dai mezzi di soccorso”.

“Il fatto che sia passata “appena un’ora dalle dimissioni dall’ospedale”, inoltre, conferma quanto detto durante la visita, ovvero che la signora avrebbe potuto attendere proprio in ospedale e verificare l’evolversi della situazione. Nessuna dimissione “avventata” quindi ma semplicemente la gestione puntuale e rispettosa della prassi clinica. In definitiva, un parto certamente “rocambolesco” che ha senza dubbio agitato i genitori ma nel quale non crediamo ci sia alcun tipo di responsabilità da parte dell’Ospedale di Sassuolo”.

“Nel fare i migliori auguri ai genitori e alla piccola neonata – conclude l’Ospedale di Sassuolo – auspichiamo che una puntuale ricostruzione dei fatti sia utile per evitare di creare allarme infondato nei cittadini”.