Lunedì 20 novembre 2017, dalle 11.00 alle 13.00, i lavoratori degli appalti della Castelfrigo di Castelnuovo Rangone (provincia di Modena) saranno presso la sede del “Consorzio dello Zampone e Cotechino Modena IGP” sita a Milanofiori – Strada 4 – Palazzo Q8 – Rozzano (MILANO), per dire che solo con il rispetto dei diritti dei lavoratori si può produrre cibo di qualità.

Il Consorzio raggruppa le aziende produttrici dello Zampone Modena e del Cotechino Modena. Si tratta di aziende che, secondo il Consorzio, sono “esponenti della migliore salumeria italiana” e che, applicando uno specifico disciplinare garantiscono “che le materie prime impiegate siano di qualità”.

Davanti alla sede del Consorzio i lavoratori degli appalti di Castelfrigo, insieme a Filt/Cgil e Flai/Cgil, denunceranno che il sistema degli appalti presso la Castelfrigo e presso molte altre aziende del comparto carni modenese è un sistema infiltrato da false cooperative e da finte società di manodopera che non solo generano sfruttamento del lavoro, ma rischiano di pregiudicare la qualità dei prodotti del Made in Italy.

Sta accadendo che lungo le filiere agroalimentari i processi produttivi e i diritti contrattuali dei lavoratori si frammentano e si sbriciolano. Nei gradini più bassi, negli appalti e nei sub-appalti, i diritti contrattuali sono quelli concessi dal “caporale” di turno, che decide se il lavoratore merita o meno di svolgere le sue ore contrattuali; mentre la qualità diventa solo un’apparenza, certificata da una montagna di carta a cui non corrispondono contenuti.

Di fatto lo “standard BRC”, che dovrebbe definire gli standard qualitativi minimi di un’azienda che vuole stare su un mercato globale, è ampiamente disatteso negli appalti e nei sub-appalti proprio nelle principali clausole di coinvolgimento del personale del sito, soprattutto quando si tratta di personale immigrato, difficilmente in grado di comprendere la lingua (clausole 1.1.1, 1.1.2, 1.1.3., 3.1.2, 3.1.3, 3.4.3, 3.12.1, 4.14.11, 7.1.3, 7.1.4, 7.1.6, 7.2.5, ecc.).

Da una parte abbiamo quindi sfavillanti certificazioni di standard produttivi, dove il lavoratore dovrebbe essere continuamente coinvolto nei processi aziendali, informato, formato e consapevole della gestione aziendale, della sicurezza alimentare, e dei miglioramenti continui. Dall’altra parte c’è la “vera qualità” del lavoro richiesta al lavoratore, cioè quella di abbassare la testa perché, in caso contrario, rischia di perdere il posto di lavoro.

Il comparto carni modenese ha deciso da tempo di seguire la via bassa dello sviluppo. Gli appalti proliferano, si estendono e si consolidano, puntando tutto sul basso costo del lavoro e sull’evasione fiscale e contributiva, come hanno rilevato anche le indagini della Guardia di Finanza del 2014 e del 2015.

E’ un sistema deviato che fa della corsa al ribasso, sui diritti e sulla qualità, la sua matrice caratteristica. Tutto ciò è inaccettabile.

Chiederemo al “Consorzio dello Zampone e Cotechino Modena IGP” di salvaguardare le eccellenze dei nostri prodotti alimentari attraverso la salvaguardia del lavoro lungo tutta la filiera produttiva, comprese le aziende di sub-fornitura, come la Castelfrigo, e le aziende appaltatrici e subappaltatrici.

Filt/Cgil – Flai/Cgil Modena