Appuntamento davvero d’eccezione quello in programma giovedì, 16 novembre, all’Auditorium del CORE organizzato dalla Fondazione GRADE Onlus. Alle ore 18 infatti si terrà un incontro – conversazione con Haim Baharier, pensatore e studioso di ermeneutica biblica tra i più importanti a livello internazionale.

“Identità umana, identità claudicante” è il titolo dell’incontro, che riprende un tema di fondo della ricerca di Baharier, secondo il quale l’identità di Israele nasce proprio così, quando Giacobbe al fiume Yaboq esce zoppicante dalla lotta con l’angelo. L’identità umana generale, non solo quella ebraica, per il filosofo oggi deve declinarsi così: incarnando la debolezza e l’incompiutezza, cioè la parte universale dell’essere uomo. Baharier nasce nel 1947 a Parigi da genitori di origine polacca, reduci dai campi di sterminio. Matematico di formazione, abilitato in Francia alla psicanalisi, è stato allievo di Léon Askenazi e di Emmanuel Lévinas, è stato vicino al maestro hassidico Israel di Gur. Ha pubblicato diversi trattati ritenuti ormai dei testi di riferimento nell’ambito dell’ermeneutica biblica. La valigia quasi vuota (Garzanti 2014) e La Genesi spiegata da mia figlia (Garzanti 2015) narrano della sua vita influenzata dalla figura di Monsieur Chouchani, clochard geniale, apparso nella Parigi del dopoguerra, che ha insegnato ad un ristretto numero di personaggi poi distintisi nell’Europa post bellica, tra cui Emmanuel Lévinas ed Elie Wiesel.

Molto della riflessione di Baharier riguarda dunque il concetto di identità claudicante che è insieme carenza e ricchezza. Non un handicap su cui piangere ma la coscienza della propria finitezza e quindi una strada maestra, privilegiata, per orientarsi nella via dello spirito. Baharier la percorre con profondità e leggerezza facendosi guidare dal testo biblico.

L’incontro è a ingresso libero.