Nuovi invasi per lo stoccaggio dell’acqua piovana per garantire alle aziende agricole adeguate riserve idriche per l’irrigazione dei campi anche in caso di prolungata scarsità di precipitazioni, allontanando così lo spettro della siccità. Con l’estate 2017 appena messa alle spalle e che passerà agli annali come una delle più torride e avare di piogge di sempre, la Regione Emilia-Romagna investe sul potenziamento delle infrastrutture irrigue al servizio dell’agricoltura mettendo sul piatto 18 milioni di euro per incentivare la realizzazione e/o l’ampliamento di bacini di raccolta dell’’oro blu’ ad uso irriguo di piccole e medie dimensioni. 

Lo fa attraverso due distinti bandi del Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020, rivolti rispettivamente a consorzi tra imprese agricole (delibera n. 1584/2017) e ai consorzi di bonifica (delibera n. 1623/2017), approvati nei giorni scorsi dalla Giunta regionale.

“I cambiamenti climatici- sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli- ci impongono di dare risposte strutturali sul piano dell’approvvigionamento idrico per mettere le nostre aziende in condizione di fronteggiare anche estati siccitose come quella appena trascorsa. A questo puntano i due bandi, che rappresentano solo uno dei tasselli di una più articolata politica di gestione delle risorse idriche in agricoltura all’insegna di un uso più efficiente e che fa leva sulla diffusione di innovative tecniche di irrigazione finalizzate al contenimento dei consumi e sul riciclo delle acque reflue. A ciò- prosegue l’assessore- va poi affiancato l’avvio di un confronto con i territori per rivedere il piano regionale di tutela delle acque, muovendo appunto dall’esigenza di realizzare nuovi invasi anche di grandi dimensioni”.

I due bandi, gli interventi e l’importo dei progetti

Il primo dei due bandi, che stanzia oltre 7,9 milioni di euro, vede dunque come beneficiari i consorzi costituiti da aziende agricole, per la realizzazione di invasi di capacità compresa tra i 50mila e i 250mila metri cubi. Quanto alla dimensione finanziaria, i progetti di investimento possono oscillare da un minimo di 100mila ad un massimo di 1,2 milioni di euro.

Per il secondo bando, rivolto agli enti di bonifica, la capacità di stoccaggio dei bacini è invece fissata tra i 100mila e i 250mila metri cubi, mentre l’importo dei progetti è più alto e può variare tra i 500mila e 1,5 milioni di euro. Gli invasi  possono sorgere anche in ex cave e devono essere realizzati nel rispetto della normativa sulla valutazione di impatto ambientale e sull’aggiudicazione degli appalti pubblici. Va precisato che il limite massimo dei 250mila metri cubi è dettato dalla normativa nazionale. Per bacini di dimensioni più grandi i bandi sono gestiti direttamente dal ministero delle Politiche agricole, con risorse nazionali.

Le spese ammissibili  

I finanziamenti regionali sono erogati a copertura dei costi di realizzazione dei progetti. Tra le spese ammissibilirientrano anche quelle sostenute per le opere di distribuzione in pressione dell’acqua, i lavori accessori (recinzioni, cancelli, scalette di risalita, cartelli, ecc.), i sistemi per la gestione della rete idrica, nonché i costi di progettazione e per la realizzazione di studi di fattibilità, entro il limite del 10%. Nel caso di interventi realizzati dai consorzi di bonifica sono altresì ammissibili le spese per l’acquisto dei terreni, comprese le indennità di esproprio per pubblica utilità, entro il tetto del 10% del costo totale del progetto. L’aiuto finanziario consiste nel primo caso nell’erogazione di un contributo del 60% sul totale delle spese documentate, percentuale che sale al 100% per il secondo bando rivolto ai consorzi di bonifica.

Per dimostrare il corretto utilizzo delle risorse idriche le aziende consorziate dovranno avvalersi nella gestione delle irrigazioni di sistemi “intelligenti” di consiglio irriguo, ad esempio il servizio Irrinet lanciato dal Cer (Canale Emiliano Romagnolo), in grado di dire quando e quanto irrigare i singoli appezzamenti.

La formazione della graduatoria

Le domande di sostegno per entrambi i bandi possono essere presentate a partire dal 10 novembre,utilizzando l’apposita modulistica predisposta da Agrea e avvalendosi della piattaforma Siag. La scadenza è fissata per il 18 gennaio nel primo caso, mentre per il secondo c’è tempo fino al 31 gennaio. Per la formazione della graduatoria i progetti saranno valutati tenendo conto di una serie di priorità, tra cui la localizzazione degli interventi (quelli realizzati in aree rurali svantaggiate hanno un punteggio più elevato rispetto a quelli che ricadono in aree rurali intermedie), il più alto numero di aziende coinvolte e di ettari asserviti, il risparmio idrico previsto.

I lavori di costruzione degli invasi dovranno concludersi entro 18-24 mesi dalla concessione del contributo. Prevista anche l’erogazione di un anticipo, secondo modalità che saranno stabilite da Agrea.

Non è la prima volta che la Regione concede contributi per la creazione di bacini a fini irrigui. Grazie alla misura 125 del Psr 2007-2013 sono già stati erogati negli anni scorsi contributi per un importo di quasi 8 milioni di euro, con un investimento  complessivo di circa 12,3 milioni di euro.Risorse chehanno consentito la realizzazione di 15 invasi, con una capacità complessiva di circa 870mila metri cubi e una rete distributiva di oltre 190 chilometri./G.Ma.

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Foto: invaso Renzuno a Casola Valsenio (Ra)