Oltre 2mila persone per i dibattiti e gli spettacoli che, tra gli appuntamenti del pre festival e i tre giorni di lavori, hanno partecipato alla seconda edizione del Festival della Migrazione. A questi vanno aggiunti i 1.500 già prenotati (43 classi di scuola superiore, decine di gruppi giovanili parrocchiali) per la mostra ‘In fuga dalla Siria’ promossa da Missio Modena e Caritas diocesana che si chiuderà sabato 28 ottobre al Centro Famiglia di Nazareth, per un totale che supera le 3.500 presenze.

Il Festival della Migrazione, giunto alla seconda edizione, cresce: la manifestazione, promossa da Fondazione Migrantes, Porta Aperta, Università di Modena e Reggio Emilia, IntegriaMo con 35 enti e associazioni aderenti e con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, oltre che di Bper, Conad, Hera e Menù ha portato a Modena personaggi di altissimo livello (in ordine sparso e tra gli altri mons. Galantino, Segretario Generale della Cei, il sottosegretario agli Interni Manzione, Regina Catrambone del Moas, Marco Bertotto di Medici Senza Frontiere, i vescovi di Modena-Nonantola, mons. Erio Castellucci e di Ferrara-Comacchio, mons. Gian Carlo Perego, le europarlamentari Kyenge e Schlein, il direttore Agcom Morcellini, Maria Chiara Prodi, l’onorevole Patriarca, solo per citarne alcuni) oltre ai video messaggi di Romano Prodi e di Emma Bonino, che sono già stati ‘prenotati’ per la prossima edizione.

“Il bilancio è molto positivo – sottolinea il presidente di Porta Aperta, Luca Barbari – siamo davvero soddisfatti. Il dibattito è stato davvero di altissimo livello e abbiamo potuto ragionare su questi temi, molto sensibili, con qualità e senza stereotipi. Il connubio di terzo settore, Università, istituzioni pubbliche e Chiesa al suo massimo livello (la presenza di mons. Galantino è stata particolarmente qualificata) ha fatto sì che potessimo vincere la scommessa. Non dimentichiamo anche gli eventi che hanno preceduto il Festival, con i sindacati e la presenza di alcuni comuni, e quelli che lo seguiranno, oltre che gli spettacoli e la mostra ‘In fuga dalla Siria’ che sta andando benissimo. L’appuntamento – conclude Barbari – è fin d’ora fissato alla terza edizione nel 2018: abbiamo in mente novità importanti per far crescere ancora questo Festival e, con esso, la cultura dell’integrazione che è indispensabile per governare il fenomeno migratorio”.