“Si legge sulla stampa, dopo l’uscita di una notizia pubblicata dal sito Affaritaliani.it, che il Sindaco Virginio Merola, gli Assessori e due Dirigenti sarebbero stati condannati per aver assunto nel 2011 quale Capo di Gabinetto un soggetto non laureato, argomentazione che era alla base di un esposto presentato sia alla Procura penale che alla Procura della Corte dei Conti.
Il Giudice penale ha archiviato perché non ha ravvisato gli estremi di alcun reato. La Corte dei Conti, sezione centrale d’Appello ha emesso una sentenza di parziale condanna ma non per le ragioni presentate nell’esposto e poi apparse nei resoconti giornalistici” precisa in una nota il Comune di Bologna. “La Corte dei Conti centrale – prosegue il Comune – contrariamente a quanto rilevato negli esposti, ha stabilito che non è stata commessa alcuna violazione nell’attribuire l’incarico di Capo di Gabinetto a un soggetto non laureato e nell’assegnare un emolumento parametrato alla carriera direttiva. E a questi profili la sentenza dedica molte pagine.
Tuttavia, gli atti assunti dal Sindaco, dalla Giunta e dagli Uffici comunali avevano una carenza formale, non essendo presente anche una motivazione puntuale descrittiva delle esperienze professionali e delle competenze a ricoprire l’incarico. Si tratta di un adempimento formale di motivazione che – nel passato – non era però chiaro fosse dovuto per gli incarichi fiduciari, come sono quelli negli uffici di staff degli organi politici. Poiché gli amministratori sono chiamati a rispondere anche quando la legge non è chiara, in questi anni e su tutto il territorio nazionale non sono state rare condanne di questo tipo. Quindi la sentenza che ha riguardato Virginio Merola non è certo un caso isolato e unico.
Il Sindaco Merola – conclude la nota – non impugnerà innanzi alla Corte di Cassazione la sentenza e vi darà pronta esecuzione, nella consapevolezza che la sentenza ha comunque riconosciuto la correttezza sostanziale del suo operato e dell’intera Giunta, riscontrando un mero vizio formale in fase istruttoria”.