L’attuale direttore amministrativo dello Ior (Istituto ortopedico Rizzoli) può ricoprire l’incarico che gli è stato conferito? Lo chiede Galeazzo Bignami (Fi) in un’interrogazione rivolta alla Giunta regionale, dove ricorda che l’articolo 5  del decreto legislativo 39/2013, in tema di “inconferibilità di incarichi di direzione nelle aziende sanitarie locali a soggetti provenienti da enti di diritto privato regolati o finanziati”, recita al comma 1 “gli incarichi di direttore generale, direttore sanitario e direttore amministrativo nelle aziende sanitarie locali non possono essere conferiti a coloro che, nei 2 anni precedenti, abbiano svolto incarichi o ricoperto cariche in enti di diritto privato regolato o finanziati dal servizio sanitario regionale”. “L’attuale direttore amministrativo dello Ior, dipendente regionale, effettivo dal 15 luglio 2015, – scrive il consigliere – ha ricoperto dal giugno 2014 al 14 luglio 2015 la carica di componente del consiglio di amministrazione dell’Istituto scientifico romagnolo per lo studio e la cura dei tumori (Irst), con nomina della Regione Emilia Romagna”. “Il progetto Irst – si legge nel testo – parte da un’alleanza pubblico-privato tra enti non profit: la forma scelta per far nascere l’Istituto è stata quella della società a responsabilità limitata (s.r.l.), una società senza scopo di lucro che ha tutte le caratteristiche richieste ad una impresa sociale, fra cui il divieto di distribuzione degli utili e l’obbligo di investirli nello svolgimento delle attività istituzionali previste dalla missione. La società Irst è amministrata da un consiglio di amministrazione, a cui spettano le funzioni di indirizzo alle scelte strategiche dell’ente e alla gestione e valorizzazione del patrimonio, composto da 5 consiglieri nominati dall’assemblea dei soci il 27 giugno 2014, di cui 3 per i soci di parte pubblica (Regione Emilia-Romagna, Ausl della Romagna e Comune di Meldola) e 2 per i soci di parte privata (Fondazioni Carisp e Ior)”. L’ingresso della Regione Emilia-Romagna nel 2014, – evidenzia Bignami – grazie a un impegno di 7 milioni di euro (pari al 35% delle quote), ha portato la partecipazione della componente pubblica in Irst al 69,62%, oltre a permettere all’Istituto il bilancio in attivo”.